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Veneto. Riconfermato segretario generale il vicentino Comiati: «Serve rilanciare la contrattazione territoriale per dare risposte ai bisogni di lavoratori e imprese»

Pubblicato il 14 Mar, 2025

Rafforzare il welfare aziendale e la conciliazione tra vita privata e lavoro, investire in formazione e innovazione, garantire salari adeguati, restituire dignità e prestigio alle professioni, costruire un approccio realmente collaborativo con le altre sigle sindacali, le imprese e le organizzazioni datoriali per la gestione delle crisi, infine promuovere una cultura della bilateralità per una contrattazione moderna, partecipativa, capace di generare risultati tangibili. Sono le priorità individuate dalla confermata segreteria di Fisascat Cisl Veneto, riunita ieri e oggi a Cison di Valmarino (Treviso) per il suo 12° Congresso regionale, che ha rieletto a pienissimi voti Giovanni Battista Comiati quale suo segretario generale. Accanto a lui restano in segreteria Patrizia Manca, di Treviso, Giosuè Rossi, di Verona.

Si tratta della categoria cislina veneta più importante per numero di iscritti, che sfiorano quota 48mila, seconda solo alla cugina lombarda, con un numero di iscritti che conta oltre il 10% sul totale nazionale. Rappresenta e tutela, di fatto, più di un occupato su tre in Veneto. Sono lavoratori e lavoratrici che hanno a riferimento oltre 40 diversi contratti nazionali: dagli addetti del terziario di mercato (in primis commercio e grande distribuzione), a quelli della ristorazione, dell’alberghiero e del turismo, dagli operatori dei servizi di pulizia e dei servizi socioassistenziali ai collaboratori familiari, fino ai dipendenti delle istituzioni, delle realtà di culto, delle agenzie di scommesse e delle case da gioco, i civili delle basi americane e Nato, le guardie giurate, le farmacie, gli agenti di commercio e gli studi professionali. I tre più importanti comparti – commercio, turismo e ristorazione, sanità e servizi sociali – contano ben 460 codici Atecocomplessivi (ossia tipologie di imprese) e 90 diverse professioni regolamentate. 

E naturalmente ogni settore ha tratti distintivi specifici e criticità proprie, bisogni e richieste differenti: basti pensare al problema degli “stagionali” per il turismo (prima industria in Veneto, oltre il 10% del Pil), al tema degli orari e delle aperture festive per il commercio, alla carenza di personale e ai carichi di lavoro per il sociosanitario…

«Siamo convinti che la contrattazione nazionale abbia svolto appieno il proprio compito. Ora tocca a noi fare la nostra parte – ha affermato il riconfermato segretario generale Giovanni Battista Comiati, che resterà alla guida di Fisascat Cisl Veneto per i prossimi quattro anni –. Abbiamo una grande responsabilità, quella di inaugurare una nuova stagione di rinnovi dei contratti territoriali e rilanciare la contrattazione integrativa aziendale, che riteniamo essere gli strumenti più efficaci per affrontare tante delle criticità del mercato del lavoro di oggi. E ancora, riteniamo indispensabile riaprire i tavoli territoriali e regionali della contrattazione, con l’obiettivo di individuare soluzioni condivise e sostenibili per tutti gli attori coinvolti, in particolare quelli di commercio, turismo, cooperazione sociale, vigilanza e Uneba (case di riposo)». «Il nostro obiettivo – continua Comiati – è costruire un terreno di fiducia e di dialogo costante. Vogliamo creare spazi di confronto continuativi, anche al di fuori delle situazioni di conflitto, affinché possa svilupparsi una conoscenza reciproca più profonda e una comprensione autentica dei rispettivi bisogni. Per questo proponiamo di organizzare gli Stati generali del terziario in Veneto».

«In Veneto la contrattazione ha saputo escogitare strumenti innovativi – ha sottolineato anche il segretario generale di Cisl Veneto Massimiliano Paglini, intervenuto nel corso dei lavori –, a partire dagli enti bilaterali che sono diventati architravi delle tutele per i lavoratori nel terziario e in molti altri settori, e oggi possono essere asse strategico anche nell’applicazione della legge sulla partecipazione, specie per le piccole e medie imprese. È una delle sfide che ci attendono nei prossimi quattro anni: partecipare alle strategie aziendali per migliorare il lavoro e le comunità, a partire da un intervento negli orari di apertura degli esercizi commerciali per ridare dignità alle persone e non assecondare solo la logica del profitto. E ancora,serve rafforzare la collaborazione pubblico e privato per affrontare le grandi emergenze del Veneto: quella abitativa e quella dei servizi sociosanitari in un contesto di rapido invecchiamento della società».

L’impegno di Comiati in Cisl è ventennale. Nato a Valdagno nel 1976, comincia l’attività sindacale in Cisl nel 2006 come delegato presso la caserma “Ederle” di Vicenza dove allora lavorava, divenendo nel 2007 rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Sempre attento ai temi sociali, lavora per alcuni anni come educatore in una comunità per il recupero di persone con tossicodipendenza, per poi continuare a collaborare come coordinatore in altre strutture educative, riabilitative e di reinserimento lavorativo. Nel 2011 entra in Fisascat Cisl Vicenza come operatore a tempo pieno, per poi diventarne segretario generale nel 2017. Dal 2021 è segretario generale di Fisascat Cisl Veneto. 

Il Congresso ha preso avvio da quanto emerso da un’indagine che ha coinvolto circa 730 lavoratori e lavoratrici sui territori. Un vero “esercizio di ascolto”, da cui si è voluto partire per definire le priorità sindacali per i prossimi anni e insieme formulare le proposte consegnate ieri dalla categoria alle associazioni datoriali intervenute. Condotta dal centro studi sindacale Fondazione Corazzin, ha voluto conoscere esigenze, opinioni e difficoltà dei lavoratori veneti del settore terziario.

Quasi il 70% degli intervistati dichiara soddisfazione per il proprio lavoro e circa il 60% percepisce una crescita professionale, quasi la metà reputa stimolante l’ambiente lavorativo, ma solo il 36% ritiene la propria retribuzione adeguata. Per ben 4 su 10 la compatibilità tra orari di lavoro e vita privata costituisce un problema e la maggior parte degli intervistati (oltre il 60%) afferma che il proprio lavoro sia stressante in misura tale da causare ripercussioni personali. E ancora, per il 63% la formazionepromossa dall’azienda è utile, dall’altro canto quasi la metà afferma di non aver preso parte ad attività formative aziendali nell’ultimo anno. Guardano alla sicurezza sul lavoro come a un tema particolarmente importante (74%) e nonostante la percentuale più alta degli intervistati dichiari che la propria azienda considera fondamentale garantirla, resta comunque un 20% di loro che afferma che lo è “poco” o “nulla”.

Il Congresso, dal titolo Contrattazione è partecipazione è intelligenza umana. Uniti per costruire (con coraggio) una società più giusta”, ha chiamato a raccolta 160 delegati; presente anche il segretario generale di Fisascat Cisl nazionale Davide Guarini, che ha chiuso il dibattito della mattinata.  

L’appuntamento di oggi rientra tra i Congressi delle varie categorie regionali e dei territori provinciali che porteranno il 15 e il 16 maggio all’assemblea regionale di Cisl Veneto.  

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – INDAGINE FONDAZIONE CORAZZIN

Analisi dei dati raccolti dal questionario somministrato nemesdi febbraio e marzo

a lavoratori e lavoratrici del terziario in Veneto, per conoscere le loro esigenze, opinioni e difficoltà.

Il gruppo eterogeneo di rispondenti

La ricerca ha intervistato 726, di cui 492 lavoratori e lavoratrici che si sono rivolti al sistema servizi di Cisl e 234 delegati e delegati ai congressi territoriali (questionario somministrato a febbraio e marzo). Del gruppo di persone preso in esame il 65,9% sono donne, il 33,5% ha un’età compresa tra i 45 e i 54 anni, il 31,2% tra i 55 e i 64 anni e infine il 12,3% è della fascia 25-34 anni e l’1,5% ha meno di 25 anni. 

La conoscenza del CCNL applicato 

Circa la metà degli intervistati (53,2%) dichiara di non conoscere il proprio Contratto collettivo nazionale di Lavoro (CCNL) applicato. E ancora, oltre la metà dei rispondenti (51,7%) non sa se siano presenti clausole di flessibilità, il 27,9% ritiene non lo siano e infine, per il 21,5% sono presenti clausole di flessibilità.

Soddisfazione del lavoro 

Si è voluto indagare il livello di soddisfazione per il proprio lavoro dei lavoratori e lavoratrici del terziario intervistati: il 47,9% si dichiara “abbastanza” soddisfatto; il 16,9% e il 4% lo è, rispettivamente, “molto” e “moltissimo”. Poi c’è chi ha espresso invece una valutazione negativa, ossia il 31,2%, vale a dire chi è “per nulla” o “poco” soddisfatto. 

E ancora, circa 6 intervistati su 10 ritiene di essere cresciuto professionalmente da quando è stato assunto. Il 46,4% pensa che il proprio ambiente di lavoro sia stimolante dal punto di vista professionale; al contrario però, circa il 20% degli intervistati ritiene che non lo sia “per nulla”. 

Formazione in azienda

Per quanto riguarda la formazione in azienda, il 48,3% afferma di non aver preso parte ad attività formative promosse dall’azienda nell’ultimo anno. In termini di giudizio, il 15,4% ritiene la formazione promossa dall’azienda “per nulla” utile, il 21,2% “poco”, il 35,2% “abbastanza”, il 20,2% “molto” e infine l’8% “moltissimo”.

Sicurezza 

Sul fronte della sicurezza sul lavoro, la maggior parte degli intervistati ritiene che sia un tema “molto” (28%), “moltissimo” (45,8%) o “abbastanza” (19%) importante, mentre solo il 5,4% lo considera “poco” rilevante e appena l’1,8% “per nulla”.

Analizzando invece quanto l’azienda consideri importante garantire la sicurezza sul lavoro, la percentuale più alta degli intervistati (33,9%) dichiara lo sia “abbastanza”, resta alta poi anche la quota di chi afferma che lo sia “poco” (15,9%) o “per nulla” (3,7%). 

Variazioni unilaterali imposte dall’azienda 

Il 43% ritiene che la programmazione della propria prestazione di lavoro non subisca o subisca poche variazioni decise unilateralmente dall’azienda. 

Compatibilità orario di lavoro e vita privata 

La compatibilità tra orario di lavoro e vita privata è un problema per una parte significativa degli intervistati: il 38.2% ritiene che il proprio orario di lavoro sia “per nulla” o “poco” compatibile con le esigenze della vita privata. Per il restante 61,8% invece il proprio orario di lavoro è compatibile (“moltissimo, “molto”, “abbastanza”) con le esigenze della vita privata. 

In merito allo stress, se da un lato molti affermano che il proprio lavoro non sia stressante in misura tale da causare ripercussioni personali (15% “per nulla”, 24,2% “poco”), dall’altro resta comunque alta la percentuale di chi dichiara di vivere situazioni di stress nei luoghi di lavoro con conseguenze sulla propria vita privata (30,5% “abbastanza”, 15% “moltissimo” e 15,4% “molto”).  

Retribuzione 

Si è voluto inoltre analizzare la percezione dei lavoratori intervistati riguardo la propria retribuzione, retribuzione che è stata ritenuta inadeguata dalla maggior parte di loro (33,2% la ritiene “poco” adeguata, 31% “per nulla”). Solo il 28% la ritiene “abbastanza” adeguata, mentre la quota di chi è pienamente soddisfatto è del 7,8.  

Intelligenza artificiale 

Interessante anche quanto emerge indagando il possibile impatto che i lavoratori ritengono potrà avere l’Intelligenza artificiale nella propria attività lavorativa: ben il 46,5% ha risposto “molto” o “moltissimo”, per il 25,48% “abbastanza” e infine solamente il 28% credono che l’IA non avrà nessuno o poco impatto nel proprio lavoro.  

Ruolo del sindacato 

Di fronte ai tanti bisogni analizzati, infine, si è voluto misurare l’opinione degli intervistati riguardo al sindacato, che è risultato essere considerato uno strumento molto efficace per promuovere i diritti dal 42,1% del gruppo indagato, il 28,8% ritiene lo sia “abbastanza” e, infine, il sindacato non è un efficace strumento per il 29%. 

Domande aperte

Interessanti inoltre molte opinioni raccolte a margine del questionario in risposta a domande aperte su alcuni temi specifici. I principali fronti su cui il sindacato dovrebbe incidere maggiormente per migliorare le condizioni di lavoro sono aumento delle retribuzioni e miglioramenti salariali, orari di lavoro e conciliazione vita-lavoro e contrattazione e rinnovi contrattuali. Rispetto ai benefit aggiuntivi che il datore di lavoro potrebbe offrire, il gruppo indagato posiziona tra i più importanti il welfare aziendale e i buoni, l’aumento di salari e premi e la flessibilità oraria e lo smart working.

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