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Emilia Romagna. Coronavirus: sindacati trasporti chiedono stop logistica non essenziale

Modena, 25 marzo 2020 – Autorizzare solo il trasporto e magazzinaggio delle produzioni essenziali alla gestione e al superamento dell’emergenza coronavirus (per esempio, medicinali, presidi medici e alimentari).

Lo chiedono i sindacati Filt Cgil Modena, Fit Cisl Emilia-Romagna (presidio territoriale di Modena) e Uiltrasporti Modena e Reggio Emilia, che segnaleranno al prefetto tutte le lavorazioni non ritenute essenziali. «Ne richiederemo il fermo produttivo, come indicato dal Dpcm del 22 marzo, a far data da domani (giovedì 26 marzo) e sosterremo anche lo sciopero dei lavoratori in tutte quelle realtà o committenze che – dicono i sindacati dei trasporti – riterranno di proseguire le loro attività oltre tale data, in contrasto con la normativa e le più elementari norme di senso civico e di logica civile».

Il Dpcm del 22 marzo è giudicato insoddisfacente da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, per i quali i settori della logistica e magazzinaggio, in tutto il Paese ma soprattutto nel nostro territorio, hanno garantito anche in queste ore il funzionamento del sistema produttivo industriale.

«In questo periodo di emergenza la logistica ha incrementato le proprie attività per dare le risposte attese dai vari committenti (ceramici, metalmeccanici, tessili, ecc.). In cambio di cosa? – chiedono i sindacati – Sicuramente di maggiori rischi per gli addetti, perché la frammentarietà del settore e la tipologia delle imprese (vedasi cooperative di facchinaggio e altro) rendono più difficoltosa l’applicazione dei protocolli relativi alla salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Stupisce, pertanto, che proprio il settore della logistica, in toto, venga impropriamente inserito tra i settori essenziali. Vanno chiuse tutte le attività non essenziali del settore e aperti gli ammortizzatori sociali.

Non è più tempo – concludono Filt Cgil Modena, Fit Cisl Emilia-Romagna (presidio territoriale di Modena), Uiltrasporti Modena e Reggio Emilia – per continuare a perseguire logiche di mero profitto sulla pelle dei lavoratori».

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