Emilia Romagna. Fase 2: continua l’impegno dei sindacati pensionati di Cgil Cisl Uil Modena, Emilia Centrale, Reggio Emilia per sostegno fasce fragili popolazione”

15 Maggio 2020 – “Anche se le misure adottate per contrastare la pandemia stanno dando i primi risultati positivi, la nostra provincia è stata duramente colpita dal Covid-19. È un bilancio pesantissimo che vede tra le vittime persone prevalentemente anziane e con patologie croniche”. Lo affermano i sindacati dei pensionati Fnp Cisl Emilia Centrale, Spi Cgil Modena e Uil pensionati Modena e Reggio Emilia i quali, non condividendo la voglia di riaprire tutto, sostengono che le aperture devono avvenire assicurando la protezione dei cittadini, fino a quando non ci saranno vaccini e cure efficaci.

“La discussione pubblica si concentra sulla ripresa delle attività commerciali e dei servizi, ma poco si fa per ricordare le vittime, forse perché erano prevalentemente anziani, disabili, malati cronici – dicono i sindacati – Non stiamo dando il giusto senso alle morti avvenute e a quelle che continuano ad avvenire. La pandemia non è finita e proprio per questo dobbiamo continuare a difendere soprattutto i più deboli”.

Fnp, Spi e UilP ricordano che gli anziani hanno pagato il prezzo più alto e hanno sofferto più di altri la quarantena: sono rimasti chiusi in casa, spesso isolati e soli, con grande difficoltà nell’approvvigionamento di generi alimentari, farmaci, prestazioni sanitarie, riscossione della pensione, trasporti e altri servizi pubblici.

“Noi sindacati dei pensionati abbiamo continuato, pur con le limitazioni imposte dalla pandemia, a essere vicini ai nostri iscritti, in varie forme, così come importante è stato il ruolo delle associazioni di volontariato – ricordano Fnp Spi Uilp – Ognuno, però, deve fare la propria parte e quella più rilevante spetta alle istituzioni pubbliche (enti locali, aziende sanitarie), che devono garantire controlli efficaci, diagnostica in tempi rapidi, soluzioni adeguate alle diverse casistiche. Abbiamo bisogno di un piano organico di lungo respiro”.

Per i sindacati dei pensionati va predisposto un sistema di protezione che, assicurando prima di tutto la mappatura, la sorveglianza e l’intervento domiciliare, possa impedire pericolose ricadute in tutto il territorio modenese. Serve, insomma, un aggiornamento del piano sanitario che deve comprendere come premessa un piano pronto a scattare in caso di recrudescenza della pandemia.

“La gestione delle persone ospiti delle strutture residenziali e delle case famiglia deve essere sottoposta a controlli e verifiche periodiche. A tal proposito – continuano Fnp Cisl Emilia Centrale, Spi Cgil Modena e Uil pensionati Modena e Reggio Emilia – si potrebbe ipotizzare uno strumento di sorveglianza qualificato a guida pubblica che predisponga linee guida vincolanti.
Va comunque rafforzato il potere di controllo di Comuni e Ausl, con particolare riferimento prima di tutto alle Case residenza anziani private, senza tralasciare le Cra convenzionate.
In caso di inadempienza deve essere prevista anche la decadenza di ogni forma di accreditamento”.

A questo proposito le organizzazioni sindacali dei pensionati non escludono l’eventualità di costituirsi parte civile se si riscontreranno inadempienze nella gestione delle Cra dove sono deceduti ospiti.

Gli anziani ancora autonomi che vivono nel proprio domicilio vanno individuati e contattati periodicamente per comprenderne le necessità e verificarne lo stato di salute, prioritariamente mappando quelli fragili o con varie patologie.

“Bisogna pensare a un sistema di controllo integrato tra i medici di medicina generale, l’assistenza sociale e quella domiciliare, i Comuni e l’azienda sanitaria utilizzando anche nuove forme di comunicazione o utilizzando meglio quelle già esistenti (per esempio le tv locali). Riteniamo che tutto ciò sia indispensabile e che vada realizzato rapidamente”, concludono Fnp Cisl Emilia Centrale, Spi Cgil Modena e Uil pensionati Modena e Reggio Emilia.

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