Modena, 22 settembre 2020. «Avevamo annunciato mobilitazioni di fronte allo strappo compiuto da undici associazioni imprenditoriali che si sono rifiutate di firmare il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2019-2023, sottoscritto nella notte del 31 luglio, dopo dieci mesi di trattative e due giorni di negoziato no-stop con Unionfood, Ancit e AssoBirra, e così sarà – confermano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Emilia-Romagna – Quella delle undici associazioni è una scelta incomprensibile, dettata solo dall’indisponibilità a riconoscere un aumento economico di 13 euro a partire da aprile 2023. Proprio per questo rifiuto, il rinnovo è ancora lontano per le industrie alimentari della nostra regione».
Sono poche, infatti, le aziende dell’Emilia-Romagna che aderiscono alle tre associazioni firmatarie; la maggior parte aderisce alle restanti federazioni, da Assocarni (macelli) e Assica (salumifici) ad Assobibe (Coca-Cola) e Anicav (conserve vegetali). In Emilia-Romagna la mobilitazione riguarda le aziende che rientrano nell’area di rappresentanza di queste associazioni datoriali.
Il contratto sottoscritto il 31 luglio prevede un aumento salariale di 119 euro a regime, a cui si aggiungono 5 euro di welfare e 30 euro per i lavoratori che non usufruiscono della contrattazione di secondo livello.