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Emilia Romagna. Sindacati pensionati: quali servizi agli anziani nella fase post Covid –19

Modena, 26 Giugno 2020 – «L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha fatto emergere in modo evidente diverse fragilità delle strutture residenziali per anziani e del sistema socio-sanitario in generale».

Lo sostengono Spi Cgil Modena, Fnp Cisl Emilia Centrale e Uilpensionati Modena e Reggio Emilia, per i quali è necessario indagare e approfondire le cause. Le stesse organizzazioni sindacali ribadiscono di non escludere l’eventualità di costituirsi parte civile se si riscontreranno inadempienze nella gestione delle cra nelle quali sono avvenuti decessi.

Chiedono, in nome del loro ruolo di rappresentanza, investimenti sui sistemi integrati di assistenza a lungo termine, incentrati sul benessere della persona anziana, sia a livello nazionale che livello regionale. Spi-Fnp-Uilp dicono che il sistema sanitario regionale, fortemente strutturato, ha retto meglio l’onda d’urto; va detto, però, che in questi ultimi mesi sono state investite ingenti risorse nazionali – 8,845 miliardi di euro – per una rapida e profonda riorganizzazione delle reti ospedaliere e territoriali, comprendente anche l’assunzione di numerosi professionisti impegnati nella gestione dei servizi.

«Per il sistema socio-sanitario, invece, manca una legge nazionale che definisca un finanziamento adeguato e i livelli essenziali da garantire – affermano i sindacati dei pensionati – Per questo esistono ancora differenze regionali e territoriali molto marcate nella diffusione dei servizi e difficoltà nel lavoro di integrazione tra sistema sanitario e sistema socio-sanitario. L’unico intervento specifico su questo segmento è presente nel decreto Rilancio del 13 maggio, che aumenta il Fondo nazionale non autosufficienza di 90 milioni, portandolo da 621 a 711 milioni di euro».

Per Spi Cgil Modena, Fnp Cisl Emilia Centrale, Uilpensionati Modena e Reggio Emilia è necessaria una riflessione sulle cra (Case residenza anziani), perché in questa crisi del tutto straordinaria per intensità e durata sono emerse diverse difficoltà di queste strutture, anche se non tutte sono state coinvolte. A livello regionale ha avuto contagi e decessi il 42%, sia nelle strutture pubbliche che private, con articolazioni molto diverse del problema; solo in alcune strutture si sono registrate situazioni fuori controllo che hanno richiesto interventi sostitutivi da parte delle aziende sanitarie.

«Ribadiamo la necessità di un piano organico di lungo respiro. Va predisposto in tempi brevi un sistema di protezione che assicuri prima di tutto la mappatura, sorveglianza e l’intervento domiciliare, per impedire pericolose ricadute in tutto il territorio modenese. È giunto il momento – continuano i sindacati dei pensionati – di avviare un tavolo per l’aggiornamento del piano sanitario che deve comprendere come premessa un piano pronto a scattare in caso di recrudescenza della pandemia.
La gestione delle persone ospiti delle strutture residenziali deve essere sottoposta a controlli e verifiche periodiche. A tal proposito si potrebbe ipotizzare di costituire uno strumento di sorveglianza/gestione qualificato a guida pubblica che predisponga linee guida vincolanti e controlli. Va comunque rafforzato il potere di controllo di Comuni e Ausl, con particolare riferimento prima di tutto alle cra private, ma senza tralasciare le strutture convenzionate e quelle pubbliche. In caso di inadempienza sia prevista anche la decadenza di ogni forma di accreditamento».

Per Spi-Fnp-Uilp, inoltre, deve essere incrementato il controllo delle case famiglia e modificata la loro regolamentazione prima di tutto con una legge regionale ad hoc, in subordine con l’adozione da parte dei Comuni di specifici regolamenti, come indicato a suo tempo dalla Conferenza territoriale socio-sanitaria.

«Gli anziani ancora autonomi che vivono nel proprio domicilio vanno individuati e contattati periodicamente per comprenderne le necessità e verificarne lo stato di salute, prioritariamente mappando i gli anziani fragili o con varie patologie – suggeriscono le organizzazioni sindacali dei pensionati – Bisogna pensare a un sistema di controllo integrato tra i medici di medicina generale, che sono il fulcro del sistema, l’assistenza sociale e quella domiciliare, i Comuni e l’azienda sanitaria, utilizzando anche nuove forme di comunicazione o utilizzando meglio quelle già esistenti.
Infine, pensiamo vada combattuto quel modo meccanicistico di vedere le cose quando riguardano gli anziani; quel modo che attribuisce al solo dato anagrafico l’origine dei problemi e non alla comorbilità età associata. Questo determina un approccio che tende a sottovalutare gli accadimenti quando riguardano gli anziani, ad attribuire un significato di scarsa importanza, di passare oltre, un disvalore. Questo minor rilievo, la disattenzione, la noncuranza hanno portato a una svalutazione del problema degli anziani malati cronici, oggi per un’ecatombe, ieri per le non rare violenze psicologiche e fisiche. È necessario uno sforzo culturale per rimuovere questo atteggiamento», concludono Spi Cgil Modena, Fnp Cisl Emilia Centrale, Uilpensionati Modena e Reggio Emilia.

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