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Lazio. Cisl: “La sanità della regione ha bisogno ancora di interventi per risolvere molte criticità”

Pubblicato il 12 Dic, 2016

Roma, 12 dicembre 2016. “Il presidente Zingaretti ha annunciato l’uscita dal commissariamento dal 2018. Bisogna riconoscere che la Regione Lazio ha compiuto un passo in avanti significativo ma c’è ancora tanto altro da fare”.  Lo dichiara in una nota il Segretario Generale della CISL Lazio Andrea Cuccello. “La sanità del Lazio ha bisogno di ulteriori interventi per accelerare e attuare alcune scelte strategiche, come una maggiore prevenzione e un’attenzione particolare alla medicina territoriale. Nello specifico, crediamo siano necessari interventi immediati sulle liste di attesa. A nostro avviso, dovrebbero essere gestite attraverso l’ampliamento della presa in carico delle malattie croniche, evitando che si passi attraverso il recup. Occorre poi mettere a disposizione del recup e dei medici di medicina generale le agende delle strutture pubbliche e private. Con queste misure, unitamente al governo dell’intramoenia e a un ulteriore intervento finanziario straordinario (i dieci milioni proposti da Zingaretti) potrebbero essere rese umane. In secondo luogo, occorrerebbe vigilare sul sistema degli appalti nella  sanità, che alla bassa qualità del lavoro coniugano servizi scarsi e, con la mancanza di trasparenza, creano le condizioni per il  proliferare della corruzione. Per quanto riguarda i pronto soccorso, l’apertura dei poliambulatori di sabato e di domenica, pur avendo ridotto gli accessi, non hanno evitato alcune criticità. Criticità che si possono risolvere mettendo a disposizione degli hub, dove è stato previsto il Dea di secondo livello, una parte dei posti letto di specialistica delle strutture accreditate o convenzionate. Passando alle strutture territoriali e all’assistenza domiciliare integrata, crediamo che le case della salute costituiscano un valore di per sé, ma solo se in grado di intercettare la domanda, fare da filtro agli ospedali e offrire la presenza dei medici di base, dei pediatri di libera scelta, degli esperti specialistici, delle strumentazioni di base e degli sportelli amministrativi. Crediamo sia arrivato il momento di verificare l’effettiva funzionalità delle dodici case della salute già aperte. Il sistema si deve fondare su una visione integrata dell’insieme delle prestazioni e servizi, sia pubblici che privati». Resta cruciale la condivisione sui programmi operativi che come sottoscritto l’11 novembre rispetto all’abbattimento dei ticket regionali abbiamo concordato l’apertura di tavoli specifici sulle regole del lavoro e sui contratti nella sanità privata e sulla qualificazione delle aziende che operano nel settore dei servizi cosiddetti esternalizzati, sui miglioramenti dei livelli dei LEA e sullo sblocco delle assunzioni.

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