Puglia. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria Foggia a Regione: “Promuovere la realizzazione di una Zona Economica Speciale (ZES) per il rilancio”

Foggia 4 Ottobre 2017 – Consentire alle aree disagiate di usufruire delle condizioni di vantaggio per incentivare gli investimenti, lo sviluppo e l’occupazione, previste dalla nuova normativa, attraverso la realizzazione di una Zona Economica Speciale (ZES) che metta insieme i territori pugliesi che si affacciano sui porti di Brindisi, Monopoli, Bari, Barletta e Manfredonia la richiesta che congiuntamente  Cgil, Cisl e Uil e Confindustria Foggia hanno rivolto al Governatore della Puglia, Michele Emiliano  che ha già deliberato a favore della istituzione della ZES di Taranto.

Per i sindacati confederali e Confindustria Foggia, “le recenti misure approvate dal Governo e contenute nel ‘Decreto per il Sud’ possono e devono determinare elementi di crescita anche per le aree economicamente disagiate insistenti nei territori da Foggia e Brindisi”. Per quanto attiene alle ZES, quindi, Cgil, Cisl, UIL e Confindustria Foggia auspicano che “tale importante misura possa riguardare, non solo l’area di Taranto, ma l’intero territorio pugliese attraverso la valorizzazione della ramificata rete portuale esistente. Obiettivo del governo regionale pugliese dev’essere quello di arrivare alla costituzione di una seconda ZES per la Puglia Adriatica e al contestuale stanziamento – sottolineano i segretari territoriali Maurizio Carmeno, Emilio Di Conza e Gianni Ricci ed il presidente di Confindustria Gianni Rotice – di risorse finanziarie aggiuntive ad essa specificamente dedicate”.

Nei porti transfrontalieri lungo la cosiddetta ‘Via della seta’ sono già operanti Zone economiche speciali in Bulgaria, Croazia e Grecia, oltre che i porti franchi di Trieste e Venezia. Privare l’intero asse adriatico di una ZES significherebbe penalizzare e mortificare le possibilità di sviluppo della portualità nell’Adriatico meridionale, dove vi sono zone da potenziare come quelle dei porti di Brindisi e Manfredonia, oltre che di Bari. Allo stesso tempo, una ZES dell’Adriatico meridionale potrebbe rappresentare lo strumento per coinvolgere anche territori disagiati di altre Regioni, come il Molise e la Basilicata, in un progetto di sviluppo, più ampio e condiviso, all’interno del difficile contesto economico del Mezzogiorno”.

Secondo Cgil, Cisl, Uil e Confindustria Foggia, la ZES dell’Adriatico meridionale rappresenterebbe, altresì, uno straordinario facilitatore degli investimenti indirizzati alle progettualità prospettate dal modello di Industria 4.0., fondamentale per una politica di potenziamento del sistema industriale del nostro territorio e per coniugare lavoro, salute, sicurezza e progresso tecnologico. Attraverso il protagonismo – evidenziano i dirigenti delle organizzazioni – che si esercita nelle relazioni sindacali, industriali e nella contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale.

In questa direzione, auspichiamo – concludono Carmeno, Di Conza, Ricci e Rotice – un forte impegno da parte della Regione Puglia a favore della seconda ZES pugliese per favorire un modello di sviluppo sostenibile che, a partire dalle risorse esistenti del turismo e dell’agricoltura, possa determinare una crescita compatibile ed armonica del territorio regionale”.

 

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