Puglia. Cisl: “che non si può né si deve appaltare la lotta al caporalato in Agricoltura al solo coraggio di chi riesce a denunciare o unicamente alle Forze dell’Ordine”

Taranto, 5 ottobre 2017. E’ dura la condanna della Cisl di Taranto al caporalato in Agricoltura, “contro cui le Forze dell’Ordine -si legge in un comunicato del Segreatrio generale della Ust Cisl Taranto-Brindisi, Antonio La Fortuna,”hanno di recente dimostrato, nella zona occidentale, come debba sempre prevalere la legge ed il rispetto della dignità di ogni persona che lavora anziché l’intermediazione illecita di manodopera, lo sfruttamento, l’estorsione, addirittura le lesioni personali e la violenza privata.
Vogliamo leggere come un segnale di speranza -prosegue la nota- il fatto che, a fronte di condizioni disumane nelle quali vivevano le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti, privati di ogni garanzia per la salute e la sicurezza personali, vittime una serie di violenze sia psicologiche sia fisiche e di assenza di alternative occupazionali contrattualmente regolate, gli stessi abbiano trovato la forza di reagire e di denunciare.
L’azione della Fai Cisl nei nostri presidi comunali prosegue, in stretto raccordo con la Cisl, realizzando attività di informazione, di formazione sul contratto nazionale e territoriale del lavoro e di sensibilizzazione culturale, come ci siamo impegnati a fare al Tavolo istituito dal Prefetto di Taranto per la prevenzione di tale fenomeno criminale.
Continueremo a rivendicare l’attivazione della cabina di regia presso l’Inps di Taranto, a sollecitare la messa a rete dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro mediante i centri per l’impiego e l’impegno della Regione Puglia in ordine al sistema dei trasporti pubblici in Agricoltura di cui essa è titolata.
Il caso in questione e la nazionalità rumena dei circa 40 tra lavoratrici e lavoratori umiliati e offesi nelle campagne della zona occidentale ionica, rende ancora più emblematica l’ignavia e la responsabilità della Regione Puglia che, nonostante sia sollecitata dai sindacati al confronto sul “Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura “Cura – Legalità – Uscita dal ghetto” per i lavoratori stranieri, sottoscritto a fine maggio 2016, continua ad escludere unicamente i  territori di Taranto e di Brindisi. E’ del tutto chiaro, allora, che non si può né si deve appaltare la lotta al caporalato in Agricoltura al solo coraggio di chi riesce a denunciare o unicamente alle Forze dell’Ordine -concldue La Fortuna- ma devono farsene carico tutte le componenti istituzionali (Ministero, Prefettura, Regione, Comuni) e strumentali (Asl, Ispettorati, Inps, Inail, Carabinieri, Guardia di Finanza), insieme con le Organizzazioni sindacali e le Associazioni datoriali, tutti chiamati a vincere questa battaglia di civiltà in un settore delicato che rimane trainante per l’economia pugliese e nazionale.”

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