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Puglia. Sindacati: “Riaprire tavolo di confronto su temi fissati dall’accordo regionale del 12 dicembre 2016”

Pubblicato il 6 Mag, 2019

Lecce, 6 maggio 2019. Si sono svolti questa mattina i presidi di sensibilizzazione sulla vertenza Sanità organizzati dalle Federazioni della Funzione Pubblica e dei Pensionati, con il supporto delle segreterie territoriali di CGIL CISL UIL di Lecce presso i CUP del vecchio e delnuovo ospedale “Vito Fazzi” di Lecce e presso gli ospedalidi Tricase e Gallipoli. Una iniziativa con la finalità di sensibilizzare la cittadinanza alle problematiche della Sanità ed in particolare sulle criticitàdelle liste di attesa. Durante il presidio è stata distribuita,infatti, una brochure informativa su come accedere alle liste diattesa. Ai presidi sono intervenuti, tra gli altri, Salvatore Labriola,segretario territoriale Cgil di Lecce, Antonio Perrone, segretario territoriale Cisl Lecce e Salvatore Giannetto, segretario generale Uil Lecce. “Abbiamo deciso di presidiare le strutture sanitarie – hanno affermato i segretari Labriola, Perrone e Giannetto –   per chiedere al Commissario della ASL di Lecce di riaprire il tavolo di confronto sui temi fissati dall’accordo regionale del 12 dicembre 2016 con particolare riferimento all’annoso problema del governo delle liste d’attesa ed  il riordino della rete sanitaria territoriale. Tale richiesta si colloca  in linea con la vertenza unitaria avviata a livello nazionale nel corso dell’iniziativa di Salerno delsettembre scorso,  rilanciata a livello regionale con la partecipata manifestazione  del 12 dicembre 2018 e gli attivi unitari dello scorso 29 aprile. Il varo del Piano nazionale e della legge regionale sul governo delle liste d’attesa rende particolarmente urgente la ripresa di un confronto ai vari livelli  al fine di dare immediata risposta al bisogno di salute di tanti nostri concittadini che quotidianamente si misurano con ritardi ed  inefficienze, vedendo così compromesso l’accesso e la fruizione alle prestazioni sanitarie”. Le organizzazioni sindacali ritengono che occorre ridurre i tempi d’attesa  operando sia sul versante organizzativo che di una programmazione fondata sui dati epidemiologici e demografici della popolazione. Al tema delle liste d’attesa si affianca, inoltre, con pari urgenza, quello del riordino della rete ospedaliera e della riconversione di alcuni presidi in PTA o ospedali di comunità, secondo una logica di prossimità, di qualificazione dell’offerta e della tanto auspicata integrazione socio-sanitaria tra distretti ed ambiti sociali. E, non da ultimo, quello delle politiche di valorizzazione del personale a  partire dallo sblocco delle assunzioni. Così come pure occorre operare un avanzamento nei progetti di  messa in sicurezza delle strutture e dell’ ammodernamento degli strumenti diagnostici finanziati confondi FESR  che pure hanno registrato ritardi nella programmazione ed una pluralità di problemi in fase attuativa. “La rilevanza e l’urgenza  delle questioni al centro della vertenza unitaria su sanità e welfare pongono con forza il tema del metodo del confronto con le parti sociali, sancito dall’accordo regionale  del 12dicembre 2016 spesso tradito, proprio partendo dal livello regionale, da azioni unilaterali che ne hanno negato lo spirito concertativo. Non si può infatti immaginare che l’ambizioso piano di riprogrammazione della rete ospedaliera e dei servizi sanitari territoriali possa prescindere dal pieno coinvolgimento dei soggetti nella definizione degli interventi, evitando così di proseguire secondo una logica di azioni spot. Chiediamo di riaprire il confronto, riaprirlo subito, dunque. Tutto questo per  garantire ildiritto alla salute a tutti i nostri concittadini, in tempi certi,come previsto dalla Costituzione, attraverso servizi e prestazioni di qualità  cosi come definiti dai livelli essenziali diassistenza” hanno concluso i segretari Labriola, Perrone e Giannetto.

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