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Toscana. Riders: un tavolo regionale per fare chiarezza

Pubblicato il 12 Ott, 2020

Firenze, 12 ottobre 2020 – “Aprire un tavolo regionale sui riders è oggi ancora più urgente, dopo la firma di un contratto molto dubbio tra Ugl e Assodelivery, che rischia di condannare ancor più al precariato questi lavoratori. Non è accettabile che in Toscana esistano lavoratori cui sono negati sicurezza, legalità e diritti. Chiediamo alla Regione di farsi promotrice di un’iniziativa in questo senso.” A dirlo sono Ciro Recce, segretario generale aggiunto Cisl Toscana e Stefano Boni, segretario Fit-Cisl Toscana.
“Già nel 2019 in Toscana – ricordano i due sindacalisti – Fit-Cisl, Filt-Cgil e Uilt-Uil avevano firmato accordi importanti, con la società Laconsegna Srl e con la società Runner Pizza, aziende italiane di consegna di cibo a domicilio, che in sostanza riconoscevano che il lavoro dei riders ricade nel comparto del ‘Trasporto merci e logistica’ e che a questi lavoratori va applicato il contratto nazionale di lavoro del settore, perché siamo in presenza di un rapporto di lavoro di tipo subordinato; ciò consente che anche questi lavoratori possano uscire da una situazione ‘grigia’ e contare su regole certe: orario di lavoro, pause, salario, ferie, diritti sindacali, etc. In prima battuta i lavoratori direttamente coinvolti sono stati circa 40 ma l’obiettivo, condiviso anche dalle società coinvolte, è quello di allargare l’accordo anche ad altre aziende del settore e ricomprenderle nel contratto ‘Merci e logistica’, coinvolgendo così circa 300 lavoratori.”
“Questi imprenditori – dicono Recce e Boni – hanno così dimostrato di aver compreso che la forza lavoro sia parte dell’azienda e che ai lavoratori debbano essere riconosciuti diritti e tutele pur muovendosi in bicicletta, in ciclomotori e motocicli. Da qui dobbiamo ripartire e non consentire che i lavoratori toscani che hanno conquistato dei diritti se li vedano cancellare dall’accordo nazionale sottoscritto da Assodelivery e Ugl che, invece, li lascia come autonomi nel mondo delle partite iva e in balia dei contratti occasionali, certificando la loro condizione di precarietà.”
Non si tratta di una questione filosofica, ma di conseguenze concrete: gli accordi sottoscritti in Toscana prevedono il pagamento delle ore effettivamente lavorate e non in base alle consegne, salvaguardando il principio che il rischio d’impresa legato alla consegna e alla vendita dei prodotti, non è a carico dei lavoratori ma della società. Senza contare i rischi per la sicurezza dei lavoratori che ogni tipo di ‘cottimo’ comporta.
“Noi come sindacato – concludono Recce e Boni – stiamo facendo la nostra parte. Crediamo che anche la Regione Toscana debba prendere a cuore questo comparto, chiamando gli imprenditori a fare la loro parte e convocando un tavolo di confronto dove si possano affrontare i problemi e trovare le giuste soluzioni, per le aziende e per i lavoratori.”

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