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Industria. Graziani: “Urgente una politica comune europea. Serve un fondo sovrano finanziato da bond europei per promuovere le produzioni “made in Europe”

Pubblicato il 9 Feb, 2023

“E’ importante che la sessione del Consiglio UE in programma il 9 e 10 febbraio a Bruxelles non si trasformi in un “tutti contro tutti” ma ponga invece le basi affinché l’Unione Europea finalmente si doti di un piano industriale comune, dopo almeno un quarto secolo in cui di economia reale si è parlato poco. In assenza di una risposta adeguata il rischio è che si allarghino le sponde dell’Atlantico e, di fatto, si incentivi il trasferimento dell’attività industriale dall’Europa agli Stati Uniti, con conseguenti perdite di posti di lavoro e impoverimento”. Lo dichiara il segretario confederale della Cisl Giorgio Graziani, responsabile del settore industria. “Tra i temi che verranno affrontati dai Capi di Stato e di Governo nel corso del Consiglio europeo straordinario ci sara’ anche il piano industriale “verde” proposto il 1 febbraio scorso dalla presidentessa della Commissione Von der Leyen che dovrebbe essere approvato entro marzo e costituire la risposta di Bruxelles al programma I.R.A. (Inflation Reduction Act) messo a punto dagli USA, che trasferirà alle imprese statunitensi 391 miliardi di dollari per la transizione ecologica e la produzione di tecnologie green (batterie, mulini a vento, pompe di calore, solare, elettrolizzatori, tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio)- sottolinea Graziani-
Per finanziare una nuova cornice europea per la manifattura non basta per la Cisl affidarsi ai soli aiuti di Stato, su cui potrebbero far leva i paesi con il debito pubblico in rapporto al PIL più basso, determinando anche in questo caso un gap inaccettabile tra i Paesi europei del Nord e quelli del Sud, con la conseguenza di incentivare di fatto la deindustrializzazione dell’Italia. Piuttosto è necessario affidarsi a un fondo sovrano europeo, finanziato da bond europei, che promuova le produzioni “made in Europe”. E’ inoltre, necessario continuare a puntare sui progetti strategici europei (IPCEI), compartecipati da imprese e centri di ricerca di più paesi europei, tra cui quelli relativi a microprocessori e idrogeno, già sviluppati in alcuni poli produttivi del Sud del paese (Catania, Taranto e Gela). Insomma: bisogna fare presto, mantenendo quello spirito di coesione necessario a far fare passi in avanti all’Europa unita”, conclude Graziani

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