“L’obiettivo che con Cgil e Uil ci siamo dati nella piattaforma unitaria che da mesi abbiamo presentato al Governo, è quello di avviare un confronto proficuo finalizzato ad introdurre elementi di modifica e di cambiamento nell’attuale sistema pensionistico e previdenziale, regolato come sappiamo in questi anni dall’ultima riforma legislativa, dalla riforma meglio conosciuta come riforma Fornero”. Così il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra ai microfoni di Isoradio Rai in merito allo stato dell’arte del confronto Governo-sindacati sulla riforma delle pensioni e alle richieste del sindacato contenute nella Piattaforma Cgil Cisl Uil. “La riforma Fornero – ricorda Sbarra – ha alzato un muro di rigidità all’accesso alla pensione di vecchiaia, creando un grosso scalone che ha determinato difficoltà evidenti a lavoratrici e lavoratori in parte attenuato dall’introduzione di quota 100 che ha creato una piccola finestra di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro. Una misura quest’ultima, sicuramente importante, anche se insufficiente” ha osservato ricordando che “a fronte di un milione di uscite che si pensava di realizzare, secondo i dati, hanno aderito non più di 400mila persone. La combinazione di età e contributi – ha aggiunto – ha agevolato in massima parte il pubblico impiego e le grandi aziende del sistema privato. Ha invece penalizzato le aree meridionali, dove i rapporti di lavoro sono precari e saltuari. Oggi il sistema pensionistico e previdenziale va ripensato per giungere a definire misure più eque e sostenibili possibili”.
“Nella piattaforma che costituisce oggetto di confronto al Ministero del lavoro – ha spiegato Sbarra – abbiamo indicato 4 grandi priorità: la prima è quella che riguarda i giovani e le donne. Se i giovani sono il presente e il futuro del nostro Paese, il sistema, nel suo complesso – istruzione, politiche del lavoro, la casa, i servizi sociali ed anche la previdenza e il sistema pensionistico – deve muoversi nella direzione di istituire progetti di vita. Secondo noi serve una pensione contributiva di garanzia per i giovani. Ecco perché pensiamo che per i giovani vadano riconosciuti come anni contributivi anche i periodi di formazione, fasi di transizione lavorativa; così come va riconosciuto il lavoro di cura quando rivolto a famiglie al cui interno convivono disabili o portatori di handicap. Dobbiamo eliminare dal confronto e dal negoziato – ha aggiunto il leader della Cisl – un elemento che torna sempre, cioè quello di considerare la previdenza e la pensione solo un costo economico nel bilancio ordinario dello Stato, perché c’è dietro anche un tema di sostenibilità sociale. Nei dieci anni di vigenza della riforma Fornero si sono determinati risparmi enormi per le casse dello Stato. Alcune indicazioni li stimano in 117 miliardi. Per la stessa quota 100 – ha aggiunto – c’era una dotazione finanziaria di 19 miliardi. Ne sono stati utilizzati non più di undici. È giunto il tempo di reinvestire una parte dei risparmi in quattro grandi temi: una pensione contributiva di garanzia a giovani e donne, rendere strutturale l’allargamento dell’Ape sociale, incentivare l’adesione alla previdenza complementare e negoziare una misura di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro che noi invitiamo a partire dai 62 anni, perché mediamente in Europa si va a 63 anni”, ha concluso.