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Sud. Ganga: “Il Decreto potrà favorire gli obiettivi di coesione ma serve una governance partecipata”

Pubblicato il 8 Set, 2023

“Se come più volte sostenuto dalla Cisl le ZES sono lo strumento per cogliere una importante prospettiva di sviluppo non solo per le regioni del Mezzogiorno ma per l’ intero Paese, utile anche a rafforzare la capacità dei porti del meridione di accogliere il crescente traffico di merci nel Mediterraneo, lo spirito del decreto Sud che estende a tutto il Mezzogiorno le misure di semplificazione tese a favorire il rafforzamento del tessuto produttivo meridionale, attuando una strategia unitaria per l’intera Area, potrà favorire anche la realizzazione degli obiettivi di coesione attraverso l’utilizzo sinergico dei diversi strumenti di programmazione pluriennale comunitaria a nazionale a disposizione del Paese e compreso lo stesso PNRR”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga. “Utilizzare come acceleratore strutturale lo strumento di una Zona economica speciale unica andando a superare limiti procedurali e burocrazia per favorire gli investimenti nel Mezzogiorno è un obiettivo sul quale la Cisl si è espressa favorevolmente da tempo e che ha ribadito in occasione dell’esame della Proposta di revisione del PNRR. In questo senso, i contenuti del decreto Sud appena varato dal Governo – che peraltro avevano ottenuto il via libera della Ue nel luglio scorso – vanno nella direzione auspicata, tanto più che i progetti d’investimento all’interno della Zes unica potranno essere considerati di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti, riducendo i tempi di realizzazione degli investimenti. Sul decreto in questione, che dovrebbe prevedere una dote di 4,5 miliardi in tre anni ci riserviamo un esame approfondito alla luce dei testi definitivi ci sembra comunque importante la previsione di interventi a sostegno di realtà in difficoltà ma anche la conferma dell’impegno a destinare l’80% dei Fondi per lo sviluppo e coesione all’area meridionale. Rendere dinamici i regimi autorizzatori a sostegno delle intraprese, insistendo sull’utilizzo della leva del credito d’imposta, peraltro già esistente, favorirà la piena attuazione di uno strumento che ancora stenta a produrre gli effetti auspicati, anche se, secondo la CISL, andrà sostenuta da una governance partecipata dello strumento attraverso il coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni territoriali. Per questo, per la Cisl è importante che la strada aperta dal decreto sia oggetto di approfondimento attraverso il confronto fra sindacati e Governo ed anche nell’ambito della cabina di regia del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Positiva la previsione del sostegno amministrativo alle regioni coinvolte e il reclutamento di 2.200 esperti di fondi europei. Si tratta oggi di ottimizzare i percorsi delle realtà che avevano già pianificato interventi nelle vecchie Zes, evitando il verificarsi di ostacoli procedurali che vanificherebbero le finalità della disposizione. Per la CISL è importante altresì che, nell’ambito dei processi di riprogrammazione del PNRR, continui ad essere salvaguardata la clausola che prevede che almeno il 40% delle risorse allocabili territorialmente sia destinato alle regioni del Mezzogiorno.

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