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Scuola. Firmato contratto collettivo mobilità 2016/2017. Rimedio a legge 107

Pubblicato il 10 Feb, 2016

Roma, 10 febbraio 2016. E’ stata siglata oggi da FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal, l’ipotesi del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) sulla mobilità dei docenti per l’anno scolastico 2016-2017.

“La firma di un contratto è un fatto positivo, significa che si sono raggiunti risultati concreti a tutela degli interessi dei lavoratori. È questo che deve fare un sindacato serio, il resto sono chiacchiere”- sottolinea Lena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola dicendosi soddisfatta della conclusione positiva della trattativa sul contratto per la mobilità della scuola, firmato da tutte le più rappresentative sigle sindacali. Per lei una sorta di battesimo del fuoco, avendo assunto la guida del suo sindacato solo ai primi di dicembre. “Il contratto sulla mobilità – prosegue Gissi – è tutti gli anni un banco di prova impegnativo per i sindacati; si tratta di stabilire regole che tengano conto di attese e interessi di tutti, evitando che la concorrenza interna tra le aspettative dei singoli diventi un fattore di conflitto esasperato e divisione tra i lavoratori.

Quest’anno è stata la legge 107 a complicare terribilmente il compito che avevamo di fronte. In questo senso davvero non poteva capitarmi un esordio più difficile”. La Cisl Scuola, come da tradizione, si è spesa con particolare determinazione per tenere in piedi una trattativa messa più volte a rischio e fatta oggetto anche di alcune polemiche. “Queste ultime possono infastidire, perché alimentano sfiducia e divisione in un momento di difficoltà, ma i veri scogli sono state altri. Superare, soprattutto, gli arroccamenti dell’Amministrazione su una rigida interpretazione della 107, specie sugli aspetti che cambiano profondamente, e per noi in negativo, le modalità di gestione delle titolarità dei docenti. Solo portando il confronto a livello politico si sono potuti aprire varchi che hanno permesso di rimediare ad alcune evidenti criticità della legge. In passaggi di questo genere vince chi sa entrare nel merito delle questioni con proposte concrete e costruire le condizioni per renderle condivise dalle parti. Contrattare significa questo, io sono contenta che la mia organizzazione, con un bel gioco di squadra al suo interno e con le altre organizzazioni, sia riuscita ancora una volta a ottenere un risultato positivo”.

Non si chiude, tuttavia, il tentativo di ottenere modifiche alla riforma della buona scuola. “Rispettiamo la legge, come sempre, ma non ci siamo mai rassegnati ad accettarla come un fatto compiuto. Cerchiamo invece di sfruttare ogni occasione per evitare che si producano altri danni alla scuola e a chi ci lavora, e lo facciamo prima di tutto rivendicando gli spazi in cui esercitare il nostro ruolo, contrattando. Uno importantissimo lo abbiamo conquistato facendo diventare oggetto di una sequenza contrattuale, insieme ad altre cose, anche le procedure che regoleranno l’assegnazione della sede ai docenti all’interno degli ambiti territoriali. Chi ritiene che sia un risultato da poco, abbia il coraggio di dire che sarebbe stato meglio lasciar gestire unilateralmente dall’Amministrazione partite come queste. Sono le lavoratrici e i lavoratori che rappresentiamo a chiederci di stare in campo e non alla finestra”.

E in una nota congiunta i Segretari generali delle federazioni della scuola FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, e SNALS Confsal sottolineano come la sigla di oggi riporti “alla naturale sede del negoziato una materia impropriamente collocata nella legge e soprattutto consente di rimediare a molte delle criticità e sperequazioni che la legge stessa ha determinato. La trattativa, pur non potendo essere pienamente risolutiva di tutte le problematiche indotte dalla 107, – sottolineano – ha consentito di ottenere importanti risultati: tutto il personale già in ruolo prima della sua entrata in vigore conserva la titolarità su scuola anche in caso di trasferimento o passaggio in ambito provinciale, e in parte anche in caso di mobilità interprovinciale; assume la titolarità di scuola il personale della secondaria di II grado oggi facente parte della DOS; si rimuove per tutti l’obbligo di permanenza triennale nella provincia di assunzione; si individuano modalità specifiche per l’accesso alle scuole con carattere di specialità (CPIA, scuole speciali, ecc.). L’ipotesi sottoscritta consente di ripristinare e salvaguardare diritti messi fortemente in discussione dalla legge 107, rispetto alla quale peraltro si confermano tutte le iniziative rivolte a ottenerne profonde modifiche. Nessun avallo viene dato dal contratto alla cosiddetta “chiamata diretta” dei docenti, rispetto alla quale tutte le organizzazioni sindacali hanno sempre espresso il loro netto dissenso: al contrario, il passaggio dagli ambiti alle scuole diventa oggetto di un’apposita sequenza contrattuale per regolare le procedure di assegnazione della sede legandole all’applicazione di criteri trasparenti e oggettivi, per titoli, escludendo che le stesse possano essere gestite in modo discrezionale e arbitrario. In pratica si tratta di un ulteriore contratto da sottoscrivere entro 30 giorni dalla stipula del CCNI. Proprio per ribadire il no alla chiamata diretta è stata inserita a verbale una dichiarazione in cui le sigle firmatarie indicano gli obiettivi con cui parteciperanno al tavolo della sequenza contrattuale. Per educatori, docenti IRC e personale Ata non vi sono sostanziali novità e di fatto si confermano le stesse regole degli anni precedenti. Su alcuni punti, gli ostacoli posti dalle disposizioni della legge 107 si sono rivelati invalicabili, non consentendo di dare le risposte attese a tutti i docenti assunti nelle fasi B e C del piano straordinario. A questo aspetto fa riferimento una seconda dichiarazione a verbale, in cui i sindacati stigmatizzano l’arroccamento dell’Amministrazione su posizioni di rigida applicazione della nuova normativa. Cambiare quelle disposizioni resta pertanto un obiettivo su cui l’azione sindacale continuerà a svilupparsi, ma nello stesso tempo si conferma che molte tutele assicurate dal contratto sarebbero venute a mancare totalmente se una materia delicata e complessa come la mobilità fosse stata consegnata a decisioni unilaterali dell’amministrazione, dando così campo libero a un’applicazione piena e incondizionata della legge 107”.

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