20 Aprile 2017 – “Un accordo che riduce l’orario e crea occupazione” quello raggiunto per il rinnovo del contratto aziendale per i 1.300 addetti nei tre stabilimenti di Nonantola, Pavullo nel Frignano e Vezzano sul Crostolo (Reggio E.) della Bosch Rexroth Oil Control. La sigla è arrivata dopo una complessa trattativa durata due anni e qualche sciopero. Si tratta del primo accordo di gruppo che unifica in modo quasi definitivo i trattamenti normativi e salariali dei lavoratori dei tre siti produttivi, definisce un percorso di stabilizzazione dei lavoratori somministrati a tempo determinato e, a partire da maggio 2017, sancisce la rinuncia da parte dell’azienda all’utilizzo di lavoratori in staff leasing, con l’assunzione di tutti gli oltre 40 lavoratori attualmente impiegati con questa tipologia contrattuale. Per i lavoratori somministrati a tempo determinato è previsto che dal 18 esimo mese continuativo o per periodi discontinui di prestazione, essi acquisiscono il diritto a entrare nel percorso di stabilizzazione della durata di 36 mesi (comprensivi dei primi 18 mesi), scaduti i quali è previsto l’obbligo di assunzione.
“Il superamento di staff leasing e la stabilizzazione dei somministrati a tempo determinato trasformeranno circa 75 lavoratori precari in assunzioni a tempo indeterminato – sottolineano il coordinamento rsu Bosch Rexroth, Fiom Cgil di Modena e Reggio Emilia, Fim Cisl Emilia Centrale, Uilm Uil di Modena e Reggio Emilia – Il ruolo della rappresentanza sindacale dei somministrati è temporaneamente affidato alle rsu di stabilimento, che acquisiranno agibilità sindacale anche nei confronti delle agenzie, garantendo un livello di tutela e protezioni all’interno del luogo di lavoro per tutti i lavoratori in somministrazione”.
Riguardo ai diritti dei lavoratori c’è l’impegno, nei casi di licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo, ad avviare un percorso tra le parti per tentare di evitare il licenziamento stesso. Per quanto riguarda le recenti normative del Jobs Act, viene individuato un percorso interno di confronto tra le parti sui licenziamenti individuali di tipo disciplinare, facendo riferimento alla proporzionalità del sistema sanzionatorio contenuto nel~ccnl. Sono stati definiti percorsi di confronto tra le parti anche per demansionamento e controllo a distanza. Viene inoltre mantenuto il pagamento al 100 per cento dei primi tre giorni di malattia.
Sull’orario di lavoro, sono stati inseriti 20 e 22 turni fino al sabato, con rotazione di quattro squadre giornaliere a orario ridotto di 30 ore settimanali e di 33,5 ore di media su due settimane, con retribuzione piena sulle 40 ore senza decurtazione dei Par, fissati gettoni di presenza sul sabato di 50 euro e l’aumento della maggiorazione notturna dal 25 al 30 per cento. Su orario plurisettimanale e, quindi, flessibilità dell’orario di lavoro, è previsto~il vincolo dell’accordo sindacale per il recupero delle ore aggiuntive. È stato esteso il diritto alla mensa a tutti i lavoratori del gruppo con copertura al 70 per cento da parte dell’azienda.
Sul premio di risultato è stato fissato il massimale annuo a 2.100 euro uguale per tutti i lavoratori. È riconfermato il percorso democratico per l’approvazione di piattaforme e accordi in modo unitario con il voto vincolante dei lavoratori. «La trattativa è stata molto complicata e ha visto anche momenti di forte tensione, quando due mesi fa Bosch ha annunciato 138 potenziali esuberi – dichiarano Simone Selmi e Sergio Guaitolini (Fiom Cgil di Modena e Reggio Emilia), Alberto Zanetti (Uilm Uil Modena e Reggio Emilia) e Paolo Roncarati (Fim Cisl Emilia Centrale) – Grazie alla mobilitazione e alla perseveranza dei lavoratori è stato possibile raggiungere un accordo che garantisce all’azienda un maggior utilizzo degli impianti e, allo stesso tempo, una notevole riduzione dell’orario di lavoro e il miglioramento delle condizioni salariali e normative, nonché un percorso di stabilizzazione che porterà i 138 esuberi dell’8 febbraio a 75 assunzioni nel biennio 2017-18. Questo è un accordo significativo perché redistribuisce il lavoro e la produttività, garantendo occupazione stabile».
Ora la parola passa ai lavoratori, ai quali sarà illustrata l’ipotesi di accordo nelle assemblee del 26, 27 e 28 aprile. Nei giorni successivi essi saranno chiamati al voto con il referendum che si terrà nei tre stabilimenti.