Roma, 4 settembre 2017. “L’assoluzione dei vertici dell’Alfa di Arese per i decessi degli operai dovuti all’amianto non risolve il diritto di giustizia e di risarcimento delle vittime e dei loro familiari. Lo Stato e le parti sociali, imprese e sindacati, come in Francia, devono trovare la strumentazione idonea a compensare, almeno in parte, il danno e la perdita umana che i lavoratori e i loro familiari hanno subito a causa dell’esposizione all’amianto”. Il Segretario confederale Cisl, Angelo Colombini in una nota commenta il caso amianto all’Alfa Arese di Milano. “Al di là dei processi e delle responsabilità di carattere penale, la Cisl ritiene necessario che lo Stato e il sistema delle imprese insieme alle organizzazioni sindacali individuino un sistema di risarcimenti economici per le vittime dell’amianto, che come in Francia, dia qualche certezza almeno sul piano del risarcimento delle perdite subite”.
“Anche in Italia esiste un Fondo per le Vittime dell’Amianto – sottolinea – ma la sua esiguità di finanziamento non consente di ipotizzare un significato anche parziale di risarcimento, con il risultato che continua a prevalere il ricorso in tribunale da parte delle vittime, con sentenze le più diversificate”. “Un Fondo per le vittime dell’amianto – conclude – con maggiori risorse, potrebbe ridurre il contenzioso legale, dare qualche certezza in più ai lavoratori e impegnare le imprese, in maniera mutualistica, a contribuire significativamente a compensare delle responsabilità di cui non sono del tutto esenti”.