Sardegna, 26 luglio 2018. Piove sul bagnato per i circa 300 lavoratori ARAS che vedono drammaticamente complicarsi la situazione di precarietà che caratterizza la Associazione regionale allevatori alle prese con la richiesta di messa in liquidazione fatta il 7 maggio scorso e resa operativa oggi con una determina della Giunta regionale che dichiara l’estinzione dell’ARAS con effetto immediato.
La legge regionale n. 3del 2009, che prevedeva l’inserimento dei dipendenti ARAS nell’organico dell’Agenzia regionale Laore, è rimasta inapplicata per ben 9 anni a causa dei limiti assunzionali previsti dalla normativa nazionale del ministro Madia. Vittime di questi ritardi sono i lavoratori che da oggi non sanno più quale sarà il loro destinooccupazionale.
Per sbloccare la situazione è necessaria l’apertura di un tavolo con tutti i portatori d’interesse ( Regione Sardegna, Associazioni di categoria, sindacati) per individuare un nuovo soggetto – con governance sarda – per gestire tutta l’assistenza del comparto zootecnico in Sardegna.
In attesa che la Regione sarda decida, le sorti lavorative dei sardi sono anche legate alla deroga da parte del Ministero dell’Economia e Finanze e della Ragioneria generale dello Stato, che dovrebbe consentire l’applicazione della legge numero 3 del 2009.
In questo caos normativo e amministrativo i lavoratori continuano a garantire, a spese proprie, l’attività nelle aziende zootecniche della Sardegna. A oggi hanno maturato due stipendi arretrati ( giugno e quattordicesima) e , salvo clamorosi positivi colpi di scena, anche un terzo mese senza salario.
Anche in attesa di soluzioni definitive la Regione deve intervenire per garantire ai lavoratori certezza operativa futura. Si avvicinano, infatti, le scadenze della Convenzione che assicura l’attività prevista per il 2020.