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Sardegna. Farina (Fnp Cisl): “Le 4 emergenze dei pensionati sardi da affrontare prima della fine della legislatura regionale”

Pubblicato il 30 Ago, 2018

Cagliari 30 agosto 2018 – “Servono interventi in grado di generare sviluppo e occupazione, è l’unico modo per far uscire la Sardegna da una crisi che sta assumendo caratteri strutturali, che non vengono cioè eliminati neppure da segni oggettivi di ripresa economica” queste le parole di Adalberto Farina, segretario generale della Fnp Cisl Sardegnale relativamente alleurgenze della categoria da discutere prima della fine della legislatura.  Questa è l’unica medicina anche contro lo spopolamento delle zone interne, fenomeno impossibile da fermare con fantasiose trasmigrazioni di pensionati da altre regioni. L’unico antidoto alla fuga dai nostri piccoli centri è il lavoro, quello giovanile in particolare. Senza dimenticare il ruolo degli anziani” continua il sindacalista

Nei tre mesi effettivi di governo che ancora restano prima delle elezioni regionali, la Giunta regionale deve risolvere almeno 4 problemi riguardanti i pensionati sardi:

1) soluzione radicale del sistema delle lunghe liste d’attesa per le prestazioni socio-sanitarie;

2) ripensare e ridisegnare il welfare regionale secondo criteri, obiettivi, percorsi definiti e condivisi orientati, prioritariamente, all’inclusione sociale;

3) valorizzazione del lavoro di cura, non retribuito, in considerazione del cambiamento in atto nel Paese delle condizioni epidemiologiche e sociali che incidono sull’invecchiamento della popolazione. Un lavoro svolto dalle famiglie e in prevalenza dalle donne. Si tratta di una voce fondamentale del welfare informale del nostro Paese, che è urgente abbia validità previdenziale e pensionistica con l’estensione dei periodi coperti da contribuzione figurativa utili ai fini pensionistici;

4) bloccare la “fuga” dell’INPS da diversi territori dell’isola e fermare la riduzione delle sue agenzie locali.

E’ un dato di fatto, purtroppo, che la Sardegna è entrata in una spirale recessiva, da cui sarà possibile uscire solamente con la fine dell’emergenza lavoro, il rilancio dello sviluppo, la piena attuazione degli accordi Giunta-Governo nazionale del 2016, il riconoscimento del principio d’insularità e il varo di politiche attive per favorire il lavoro giovanile.

 

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