Roma, 20 marzo 2019 – È stato sottoscritto nella serata di ieri tra Fai-Flai-Uila Pesca e Federpesca il rinnovo del CCNL per gli addetti imbarcati su natanti esercenti la pesca marittima, valido per il quadriennio 2018-2021 che interessa circa 20.000 addetti. Ne danno notizia Fai, Flai e Uila Pesca che sottolineano come “Seppur in un momento di grande difficoltà per il settore questo rinnovo rappresenta la conferma di un sistema solido di relazioni sindacali e assicura ai lavoratori un importante risultato economico insieme a delle innovazioni normative utili ad ammodernare il settore, prima fra tutte l’istituzione del Fondo Sanitario integrativo dedicato esclusivamente ai lavoratori della pesca, denominato F.I.S. Pesca, che sarà operativo a partire dal 1 giugno 2019 e per il quale le aziende verseranno un contributo di 10 euro mensili per ciascun addetto”.
L’incremento salariale pattuito è pari al 6,1%, sul quadriennio, distribuito in tre tranche: 3,1% dal 1.4.2019, 2% dal 1.1.2020, 1% dal 1.1.2021. Vengono inoltre rafforzate le tutele previdenziali con l’incremento del valore convenzionale ai fini Inps.
Ancora, in materia di welfare, in un’ottica di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, l’accordo introduce un permesso retribuito per 15 giorni a titolo di congedo matrimoniale.
Altro punto importante e’ la previsione di una apposita certificazione del lavoro svolto in orario notturno ai fini del riconoscimento di questa attività come attività usurante per le prestazioni previdenziali. “Si tratta di un risultato rilevante” sottolineano Fai-Flai-Uila Pesca “alla luce del fatto che la pesca, pur essendo una delle attività più pericolose e faticose al mondo, non è riconosciuta nel nostro paese come attività usurante”.
Sempre in materia di organizzazione del lavoro viene introdotta la previsione del diritto di precedenza per nuove assunzioni, a garanzia di una maggiore stabilizzazione dei rapporti di lavoro, insieme al diritto di prelazione nella riassunzione per i lavoratori sbarcati per malattia o infortunio.
“Siamo convinti che questo rinnovo sarà la base e il punto di rilancio per il settore” concludono Fai-Flai-Uila Pesca
“L’accordo siglato nella tarda serata di ieri è estremamente importante, garantisce un sostegno determinante per il lavoro dei circa 20 mila addetti che operano nella pesca e aggiorna istituti contrattuali di grande rilevanza”.“L’accordo siglato nella tarda serata di ieri è estremamente importante, garantisce un sostegno determinante per il lavoro dei circa 20 mila addetti che operano nella pesca e aggiorna istituti contrattuali di grande rilevanza”.Lo dichiarano in una nota il Segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota e il Segretario nazionale Silvano Giangiacomi in merito al rinnovo del contratto collettivo nazionale degli addetti imbarcati su natanti esercenti la pesca marittima. Il contratto ha una decorrenza che va dal 2018 al 2021. “Nonostante il settore sia in crisi da anni – spiegano i due sindacalisti – è stato pattuito un aumento del 6,1%, che sancisce la volontà delle parti sociali si credere nel futuro del comparto e nella dignità di lavoratori che in questi anni hanno perso potere di acquisto e continuità di reddito. Altre misure di grande valore sono certamente il permesso retribuito di 15 giorni per congedo matrimoniale, l’indennità perduta a corredo, che passa dal 50 al 100%, l’aumento di 10 euro del valore convenzionale ai fini dei calcoli Inps per pensioni e prestazioni di welfare, e una migliore regolamentazione della flessibilità e del lavoro nelle festività infrasettimanali, con il recupero e un’indennità di 18 euro”.“Da questo accordo – affermano Rota e Giangiacomi – escono rafforzati anche la contrattazione di secondo livello e la bilateralità, con l’introduzione del fondo sanitario pesca F.I.S. Pesca, inoltre vengono regolamentati i diritti di prelazione e precedenza in caso di assunzioni a tempo indeterminato e di sbarco per malattia e infortunio”.“C’è da auspicare – concludono Rota e Giangiacomi – che ora la politica sappia costruire uno specifico ammortizzatore sociale che intervenga nei casi di sospensione dell’attività lavorativa non imputabile alla volontà del datore di lavoro. Su questo punto la disponibilità politica è stata più volte accennata da Governo e Parlamento, dunque auspichiamo si possa trovare uno spazio di negoziazione per realizzare al più presto, e nel miglior modo possibile, questo strumento”.