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Terziario. Elezioni Europee, Guarini (Fisascat Cisl): “L’Europa ha bisogno del mercato unico con al centro la persona, il lavoro, l’equità e l’inclusione”

Pubblicato il 13 Mag, 2019

Cesenatico (FC), 13 maggio 2019 – L’Europa, e l’Italia, ora più che mai hanno bisogno del mercato unico e di una unione europea che non sia solo economica e monetaria ma anche sociale e fondata sui valori dell’inclusione e della solidarietà. E’ questo il messaggio forte e chiaro rilanciato al Consiglio Generale della Fisascat Cisl in assise a Cesenatico, in Emilia Romagna, per fare il punto sullo stato delle trattative di rinnovo dei contratti nel commercio, turismo e servizi.
“Il sindacato per una Europa con al centro la persona, il lavoro, l’equità, la solidarietà e l’inclusione” è il leit motiv della kermesse organizzata dalla categoria cislina che, a due settimane dal voto europeo, riflette sugli scenari futuri dell’Europa e sulle prospettive italiane.
“Abbiamo bisogno di una Europa migliore, più sociale e capace di resistere con rinnovati valori democratici agli attacchi sovranisti ma anche di una Europa economica solida in grado di fronteggiare la guerra commerciale e dei dazi in atto e di competere non solo con le due superpotenze mondiali Usa Cina” ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini nell’intervento introduttivo ai lavori. “L’Europa che vogliamo – ha aggiunto – è una Europa basata su una nuova governance dell’eurozona, a cominciare dalle politiche fiscali, ma anche capace di governare il fenomeno migratorio e, per quel che attiene più strettamente il lavoro e le politiche occupazionali, di tutelare in misura crescente i lavoratori, specialmente quelli a bassa retribuzione, i working poor dell’era della sharing economy e dell’economia dei lavoretti in un mondo sempre più globalizzato”.
Senza dimenticare poi il gap retributivo di genere uomo donna dell’Unione Europea che nell’insieme dei 28 Paesi Ue raggiunge una media del 16,3% raggiungendo in alcuni Stati quota 26,9% come in Estonia, il 22% in Germania, il 17% in Italia per citarne alcuni. “Il divario retributivo di genere è una delle maggiori manifestazioni di ingiustizia sociale» ha dichiarato Guarini sottolineando che «tutti i Paesi dovrebbero cercare di capire cosa fare per accelerare i processi verso l’uguaglianza, mentre, anche a livello europeo, si accende il dibattito sull’introduzione del salario minimo che necessariamente dovrà prevedere un riferimento alla validità erga omnes delle retribuzioni definite dai contratti nazionali leader di settore, vero e proprio patrimonio che tutela i lavoratori anche prevedendo quote integrative riferite al welfare e alla partecipazione”.
Il sindacalista ha puntato il dito anche contro “la Direttiva Bolkestein pensata per creare un libero mercato dei servizi e una maggiore competitività ma che nei fatti ha generato un vero e proprio dumping sociale e contrattuale”. “Il sindacato anche a livello europeo con il dialogo sociale – ha aggiunto – deve rafforzare il proprio ruolo e attraverso la contrattazione, puntare sempre più alla qualità dell’occupazione e all’occupabilità, continuando a migliorare la formazione professionale”.
Di una “Europa che non sia solamente una bandiera, ma un ideale di società e una necessità” ha parlato la segretaria generale della Cisl Anna Maria Furlan intervenuta ai lavori.”Ma per essere percepita come opportunità – ha aggiunto – dobbiamo fondarla su un progetto sociale inclusivo, che dia speranza e sicurezza ai cittadini e alle comunità come i Padri costituenti immaginavano”.”Oggi l’Europa soffre, attraversata da rigurgiti nazionalisti, e dimostra l’inadeguatezza della propria architettura costruita sul modello intergovernativo, che la rende una proiezione degli interessi nazionali, anziché una democrazia compiuta capace di convergere sul bene comune europeo, un modello che non è stato pensato per fronteggiare le grandi questioni del nostro tempo a partire dalla crisi finanziaria esplosa nel 2008″ ha affondato la sindacalista. “Allora – ha ribadito – dobbiamo costruire una nuova Europa, senza muri e barriere xenofobe, unita nei valori del lavoro e della giustizia sociale, della sicurezza comune, dell’accoglienza, dell’integrazione, della solidarietà, del rispetto e della valorizzazione della persona umana. “Il lavoro e le persone – ha concluso – devono tornare al centro delle scelte dell’Unione Europea e dei singoli paesi del nostro Continente”.

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