Roma, 7 maggio 2020 – Prospettiva legale della contrattazione collettiva del lavoro agile e il ruolo del sindacato nella corretta gestione di questo strumento, immaginando il futuro dopo la pandemia, i principali temi trattati.
Interverranno il Segretario Generale della Fim Cisl Marco Bentivogli ed Emanuele Dagnino, ricercatore in diritto del lavoro.
Modera Rosario Iaccarino, Responsabile Ufficio Formazione Sindacale Fim Cisl.
Marco Bentivogli: “Sono tantissimi gli esempi positivi di aziende che hanno utilizzato lo smart working con benefici per lavoratori e produttività. Chi lo aveva adottato prima della pandemia ha inoltre retto molto meglio allo shock ed è da questi esempi positivi che dobbiamo partire per progettare gli accordi che firmeremo nelle aziende.
In altre si è invece trattato di una sperimentazione su larga scala di una specie particolare di smart working “fai da te”, nato da una situazione forzata, imposta dalla pandemia da coronavirus e non dalla necessità di innovare ma il lavoro intelligente non ha nulla a che fare né con il telelavoro né con il lavoro d’ufficio svolto da remoto. Il vero smart working va infatti contrattualizzato ed è il frutto di un processo di partecipazione, dal basso, guidato non da bisogni di sicurezza e sopravvivenza ma dalla necessità di cambiamento. Si fonda su libertà, responsabilità, autonomia e fiducia e può aiutarci a costruire città policentriche con grandi benefici anche per l’ambiente.
Con Franco Amicucci e Raoul Nacamulli abbiamo elaborato una Manifesto per lo Smart Working pubblicato a marzo su Il Sole 24 Ore, dove abbiamo formulato proposte concrete per utilizzare questa emergenza come opportunità di “scongelamento” delle mentalità e delle abitudini esistenti che non basterà, però, se non sarà accompagnato da un cambiamento culturale”.