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Lazio. Sindacati: “Fase 3. Ricostruire futuro” ripartendo da confronto Regione-Comune”

Pubblicato il 17 Giu, 2020

Roma, 17 giugno 2020. Sanità, redditi e salari, contrasto all’evasione, fondi garanzia. Sono questi, secondo Cgil, Cisl e Uil regionali, alcuni dei settori su cui puntare per una ripresa economica post Covid. Il piano “Ricostruire il futuro” per la ripartenza nella fase 3 è stato presentato a Roma da Michele Azzola, Enrico Coppotelli e Alberto Civica, rispettivamente segretari generali di Cgil di Roma e Lazio, Cisl Lazio e Uil Lazio. “Una nuova politica industriale e di sviluppo – sostengono i sindacati – non può prescindere dal mantenimento dei livelli occupazionali, da una sanità realmente efficiente per i cittadini, da un contrasto della disoccupazione, delle diseguaglianze sociali e dell’evasione fiscale per permettere al nostro territorio e all’intero paese di riprendere quota e far ripartire l’economia dopo il giusto ma grave blocco causato dalla pandemia ancora in corso”. In particolare, secondo i sindacati, servono per il biennio 2020/21 almeno 10 mila tra assunzioni e re-internalizzazioni delle attività “core” oggi affidate in appalto in ambito sanitario per rimuovere l’ingiustizia secondo cui a stesso lavoro non corrispondono stessi diritti. Nelle prossime settimane, ha spiegato Azzola, “puntiamo ad aprire tavoli di confronto tematici con Regione e Comune, dopo che questa pandemia ha messo a nudo le fragilità di questo sistema. Vogliamo evitare il rischio che si possa pensare che basti alzare la serranda per ritornare ai numeri di febbraio come se nulla fosse successo. Per questo abbiamo elaborato un piano per un nuovo modello di sviluppo di un’economia che non lasci indietro le persone”.  Enrico Coppotelli, dal canto suo, ha rilevato che “il titolo di questa conferenza, ‘Ricostruire il futuro’, è giustificato dal fatto che in regione e in città assistiamo ad una situazione postbellica: il 95% delle imprese con meno di 5 dipendenti che hanno chiesto la cassintegrazione in deroga non sta riaprendo, saranno vitali i temi della formazione e della sicurezza perché l’emergenza non è finita. Il Covid avanza giorno dopo giorno nonostante un rallentamento, e non vorremmo che a settembre i luoghi di lavoro possano diventare moltiplicatori di contagi. Non ci saranno iniziative dei privati senza investimenti pubblici efficaci che perseguano i punti strategici di sviluppo”. Per Civica “a breve la Regione dovrà cominciare la stesura del nuovo Piano operativo regionale per delineare i temi dello sviluppo. Noi abbiamo bisogno di un welfare universale, non sostitutivo, e investimenti in ricerca, sanità e istruzione che invece sono sempre stati colpiti da tagli lineari: questi fondi vanno aumentati e devono essere indirizzati alla creazione di un nuovo sviluppo economico verso un modello ecosostenibile”. Nel dettaglio, sarà importante puntare su filiere strategiche come la sanità, la pubblica amministrazione e la ricerca, ma anche l’aerospazio, l’agricoltura, l’automotive, l’economia circolare, la cultura e l’audiovisivo, la farmaceutica, l’ICT e il turismo. Il piano dei sindacati prevede anche di attivare dei fondi di garanzia regionali a totale copertura dei prestiti personali equivalenti all’importo dei sussidi nazionali (e se possibile alle integrazioni regionali), con erogazioni immediate, oltre che rafforzare la dotazione economica del fondo di garanzia della Regione Lazio attivo presso il Mise, valorizzando il ruolo di confidi per la riassicurazione, l’elevazione della garanzia e ampliando i tempi di restituzione. “In tutto questo – hanno precisato Cgil, Cisl e Uil – la Regione Lazio avrà ovviamente un ruolo determinante e dovrà attivarsi sin da subito per favorire la ripresa dell’attività e dell’occupazione preesistente alla crisi, ostacolare la delocalizzazione delle imprese e facilitare la transizione ecologica e digitale”.

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