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Lazio. Masucci (Fit Cisl): “Rifiuti. Ama nel caos, ormai incomprensbile quali siano le strategie finanziarie e industriali”

Pubblicato il 1 Lug, 2020
Roma, 1° luglio 2020. “Sono ormai anni che denunciamo la situazione di caos, finanziario, economico e organizzativo, in cui versa Ama: la mancanza di mezzi, la carenza di organico, la mancata approvazione del bilancio dal 2016, è la dimostrazione  eclatante del fatto che l’azienda è senza timone. I lavoratori continuano a prestare un servizio essenziale nonostante condizioni di lavoro fortemente disagiate. Adesso, non ci capacitiamo di come si possa parlare del piano di risanamento previsto dalla Legge Madia all’articolo 14, e al contempo della partenza del piano assunzionale per 350 lavoratori, alla cui elaborazione avevamo pur partecipato con convinzione”.
E’quanto dichiara il Segretario Generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, aggiungendo che “siamo esasperati da una richiesta che avanziamo da troppo tempo: quale direzione è prevista per l’azienda? Qual è il piano strategico, economico e industriale previsto per garantire l’occupazione di oltre seimila lavoratori e l’igiene e decoro della nostra Capitale? Abbiamo fatto tutto il possibile per ottenere risposte, dalle iniziative di piazza a una serie di proposte concrete, stese ed elaborate dal sindacato, per il rilancio dell’azienda. Adesso, non possiamo che domandarci quale sia la volontà e le decisioni che stanno alla base di una serie di azioni a dir poco disorientanti. Continueremo a fare tutto il possibile affinché lo spettro del piano concordatario e del fallimento si allontani quanto più possibile dall’orizzonte, ma è arrivato il momento della chiarezza e della responsabilità. Management e Campidoglio hanno il dovere di spiegare quale logica sta alla base dell’attuale situazione”.
“Ricordiamo, infine – conclude Masucci – che oltre 270 lavoratori operanti negli appalti Ama del porta a porta sono a rischio licenziamento e vivono un prolungato e immeritato momento di incertezza e tensione. Dietro alle scelte politiche e industriali riguardanti l’azienda ci sono centinaia, migliaia di famiglie”.
 

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