Il rincaro di luce e gas rischia, come sempre, di colpire con maggior forza i poveri. A questa categoria appartiene la gran parte dei pensionati sardi. Innanzitutto quelli del comune di Bidonì, nell’Oristanese, dove gli over 65 a stento percepiscono un assegno mensile di 500 euro mensili, in una provincia dove l’importo medio delle pensioni è pari a poco più di 672 euro.
Per i titolari di pensioni al limite di sopravvivenza, l’arrivo della bolletta rappresenta non solamente un salasso economico, ma anche la concreta espressione di uno Stato ingiusto che non fa differenza tra ricchi e autentici poveri. Uno Stato peraltro incapace di combattere l’evasione fiscale.
Il rincaro di luce e gas è già arrivato dentro la borsa della spesa, con conseguenti tagli agli acquisti di prima necessità. Le basse pensioni avevano già costretto gli anziani a autoridursi le terapie farmacologiche, quindi a rendere precaria la salute, ora il caro bollette spegne non solo stufe e vuota le pentole, ma dà il colpo finale alla qualità della vita dei pensionati. Occorrono interventi urgenti:
1)Norme per alleggerire la bolletta, eliminando oneri, accise e tutto ciò che non ha nulla a che vedere con i consumi energetici; 2)aumentare il bonus sociale e il tetto ISEE per accedervi;3) creare un Fondo sociale per i consumatori vulnerabili.
Ma la prima istituzione che ha poteri e risorse per stare vicina ai suoi cittadini è la Regione sarda. Il sindaco FNP attende segni concreti di questa vicinanza.