“Una lupa piegata dalla crisi ma resiliente: questa è Roma. Perché i graffi profondi inferti sul lavoro e l’economia causati dalla pandemia, costringono ancora oltre 295mila persone residenti nella Città Metropolitana a fare i conti o con la ricerca di un lavoro (185.594) o con le sofferenze economiche causate dalla messa in cassa integrazione a zero ore che riguarderebbe un numero stimato di almeno 109.416 lavoratori. È una fotografia in bianco e nero quella che emerge da una prima lettura del report pubblicato oggi dal Comune di Roma e relativo al mercato del lavoro nel 2021”.
Così, in una nota, Carlo Costantini, segretario generale Cisl Roma Capitale Rieti.
“A fronte di una popolazione attiva che si attesta su 1.723.846 occupati, le dinamiche di crescita degli occupati di Roma e della Città metropolitana stentano ancora a vedere il segno più, a differenza di quanto registrato sia nella dinamica regionale che in quella nazionale. Mentre infatti nel 2020 (rispetto al 2019) le perdite di occupati avevano sostanzialmente registrato valori negativi ma comunque in linea (-3,6% Roma Capitale, -4% Città metropolitana, -3.2% Lazio e -3,1% Italia), è nel dato successivo, quello relativo al passaggio 2021-2020 che Roma e dintorni rimane al palo. Mentre nel Lazio l’occupazione torna a crescere con un +0,3% e l’Italia +0,8%, Roma continua a perdere occupati (-0,7%) così come tutta l’area metropolitana (-0,6%). Perché? Probabilmente ciò è legato alla specifica natura produttiva del contesto romano, così legato ai settori del turismo, del commercio, della grande distribuzione che sono andati in grande affanno a causa della pandemia: solo nel settore alberghiero, per fare un esempio, 110 strutture ricettive, pari a quasi il 10% delle strutture censite a Roma, hanno chiuso definitivamente con ricadute occupazionali importanti sia tra i lavoratori direttamente coinvolti sia nell’indotto. Sarebbe stato interessante, quindi, avere un ulteriore approfondimento statistico dei settori maggiormente coinvolti dalle criticità occupazionali. Le difficoltà della ripresa del nostro territorio sono confermate, parallelamente, anche da un altro dato significativo: quello della cassa integrazione. Mentre nel 2021, rispetto al 2020, il dato nazionale delle ore di cassa integrazione autorizzate segna una diminuzione netta pari al 39,5%, quello della Città metropolitana, con 186milioni 216mila, continua ad aumentare dell’1,2%. Nella sofferenza della crisi del lavoro che non c’è più o che non si riesce a trovare, va data rilevanza anche a tutta quell’area grigia che ricade nella cosiddetta inattività. In un contesto di difficoltà oggettiva quale è stata la crisi pandemica, tra allontanamenti forzosi dai posti di lavoro, mancati rinnovi di contratti a termine ed espulsioni, nel 2020, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni, a Roma, hanno segnato la cifra record di 543.794, che significa una crescita del 7,9% rispetto al 2018, decisamente peggio del dato nazionale che si è fermato al 5,7%.
Questi numeri, ovviamente, fotografano un periodo storico molto preciso: gli anni della pandemia e lo tsunami che ha travolto ogni indicatore di crescita economico, occupazionale, sociale. Siamo fiduciosi che, nelle prossime rilevazioni grazie anche agli investimenti derivanti dai fondi del Giubileo e del PNRR, ci sarà una sostanziale inversione di tendenza. Ma certo, capitoli come la caduta in sofferenza lavorativa e in povertà economica di migliaia di persone e relative famiglie, lo scoraggiamento nella ricerca di un lavoro da parte anche di tanti, troppi giovani (solo a Roma i cosiddetti Neet sono 74.800!), la sfiducia crescente nel sistema produttivo, le perduranti difficoltà di incontro domanda-offerta di lavoro, dovranno essere i capitoli primari dell’agenda politica dei prossimi mesi e, nondimeno, della nostra azione sindacale”.