Per dare risposte adeguate al tema complesso delle fragilità è necessario fare rete sul territorio. È stato sottolineato questa mattina da tutti i relatori al convegno “Disabilità e non autosufficienza in Polesine. Dai bisogni alle opportunità”, organizzato dalla Cisl Padova Rovigo e svoltosi a palazzo Roncale, nell’ambito di Solidaria, il festival della solidarietà e del volontariato organizzato dal Csv. Nel corso dell’incontro è stata presentata una ricerca che, partendo dall’osservazione della portata e dell’incidenza del fenomeno, arriva a una mappatura dei servizi presenti sul territorio. I lavori sono stati aperti dal saluto di Samuel Scavazzin, segretario generale Cisl Padova Rovigo. «Oggi è un giorno importante – ha detto – perché dà l’avvio alla collaborazione del nostro sindacato con il Csv di Padova Rovigo. Questo incontro si inserisce infatti nel cartellone di Solidaria, il festival del volontariato al quale per la prima volta partecipiamo. È significativo che tale collaborazione nasca su un tema importante come la disabilità, che interessa molte famiglie. A queste famiglie è dedicata la ricerca che sarà presentata, con una mappatura dei servizi offerti, perché siano maggiormente fruibili da parte di chiunque ne abbia bisogno».L’opportunità per avviare la mappatura del mondo della disabilità e della non autosufficienza in Polesine è stata offerta dall’esperienza di un tirocinio formativo presso la Cisl Padova Rovigo. La segretaria territoriale Stefania Botton ha quindi ringraziato tutti i soggetti che hanno collaborato: «Ringrazio tutti i Comuni per la disponibilità, che abbiamo potuto toccare con mano negli incontri con le persone. Ringrazio il Csv che ha accolto la nostra proposta di fare una mappatura delle associazioni attive in Polesine per individuare quelle che si occupano di disabilità. Alla redazione della ricerca ha collaborato alla redazione anche l’Ulss5. Abbiamo così messo insieme tutti gli attori che si occupano di disabilità e non autosufficienza. L’obiettivo di questa ricerca era anche quello di fare rete. Perché in Polesine i servizi ci sono, ma è necessario che collaborino. Come Cisl Padova Rovigo abbiamo deciso di dedicare uno sportello alla disabilità per dare più informazioni possibili alle famiglie interessate a questo problema». Sonia Venturin, coautrice della ricerca, ha ripercorso la strada che l’ha condotta al tirocinio presso la Cisl. Una storia che nasce dalla fondazione di una cooperativa sociale – “Mammeinsieme” – che si occupa di assistenza domiciliare a persone con disabilità. «I nostri punti cardine sono la presa in carico dell’utente a 360 gradi e l’aggiornamento continuo attraverso la formazione. Con Stefania Botton siamo andate in tutti i Comuni del Rodigino. È stato un lungo, bellissimo viaggio». Durante l’incontro è stata anche presentata una ricerca sulla non autosufficienza e le Rsa commissionata dalla Fnp Cisl. Giulio Fortuni, segretario generale della Fnp Cisl Padova Rovigo, ha messo l’accento sulla tendenza all’invecchiamento della popolazione. «In questo Rovigo è anticipatore. Credo sia urgente riorganizzare l’assistenza. Se qualcuno deve rinunciare a curarsi per problemi economici vuol dire che la soglia di guardia è già stata superata. È assolutamente necessario fare in modo che quando gli anziani diventano non autosufficienti abbiano un percorso di assistenza tracciato. Le strutture previste non sono state realizzate e attualmente i finanziamenti non ci sono. Non basta denunciare. Bisogna avere una visione di comunità». Il ricercatore Francesco Peronha quindi illustrato la ricerca, evidenziando il calo della popolazione e l’aumento degli over65. Le donne pensionate sono più dei pensionati uomini, ma percepiscono pensioni molto più basse, dovute spesso a lavori part-time o a carriere discontinue. La maggior parte dei pensionati non potrebbe permettersi di pagare una retta in una Rsa. Marcello Mazzo, direttore dei servizi sociosanitari dell’Ulss5, ha quindi ringraziato la Cisl per il lavoro di ricerca effettuato. «Di fronte a situazioni quanto mai complesse e con una prospettiva di complessità in aumento, bisogna ragionare in termini diversi, favorendo tutti i sistemi di integrazioni tra le parti. I servizi di cui abbiamo bisogno dobbiamo costruirli assieme. L’Ulss farà la sua parte, ma le risposte devono essere coordinate, per dare al cittadino l’opportunità di rivolgersi a uno sportello dove ricevere le risposte adeguate alle sue esigenze». L’importanza dell’integrazione tra i servizi è stata sottolineata anche da Mirella Zambello, presidente dell’Ordinedegli Assistenti sociali in Veneto. È importante non cedere alla tentazione di una guerra di competenze tra Comuni e Ulss. Come cittadini dobbiamo tutelare il valore e l’esperienza dell’integrazione sociosanitaria. I bisogni sono sempre di più e sono sempre più complessi e richiedono risposte con competenze sempre più integrate. Sta a noi, professionisti, terzo settore e sindacato, spingere perché si attivino le case di comunità e le zone di connessione». Secondo Nicolò Gennaro, direttore generale del Csv di Padova Rovigo, «ciò che muove le persone è il sogno di vedere un mondo più giusto, con meno disuguaglianze, dove nessuno viene lasciato indietro. Nel momento in cui facciamo volontariato o sindacato ci impegniamo a fare delle cose per realizzare questo sogno, dove tante delle fragilità di cui si è parlato questa mattina vengono prese sul serio. Anche nel mondo dell’impresa alcune sensibilità sono sempre più presenti. Ci sono dei paradigmi che stanno iniziando ad imporsi e che evidenziano la necessità di fare rete». L’incontro è stato concluso di Silvia Stefanovichj, che per la Cisl si occupa di disabilità e di mondo del lavoro a livello nazionale e ha portato i saluti del segretario confederale Andrea Cuccello. «Avete avuto la capacità di comprendere come i bisogni legati alla fragilità delle persone vadano visti in un’ottica strategica e inseriti in un contesto di sogno, di prospettiva, di desiderio. Quando ci si trova per la prima volta in una condizione di fragilità, la prima reazione è lo spaesamento. Con il libretto che avete realizzato avete colto questo aspetto, creando uno strumento semplice, ma che rappresenta un tentativo di accompagnare le persone e le famiglie negli snodi critici di vita. Emerge un altro elemento: che ad affrontare queste sfide non siamo da soli. È già stato approfondito come sia necessaria una ricca filiera di servizi. Questo continuum assistenziale va accompagnato dal continuum dell’inclusione. Non è sufficiente ragionare esclusivamente di sociosanitario. Solo se riusciremo a tenere insieme tanti settori diversi potremo dare risposte adeguate a una domanda complessa. Per la Cisl il filo rosso è il tema della partecipazione. In ambito di disabilità e non autosufficienza, questo elemento si traduce nel progetto personalizzato di vita, che è ciò che permettere a una persona di non essere più invisibile. Il tema di Solidaria è proprio questo».