Sit-in di protesta davanti alla Prefettura del capoluogo il prossimo 18 dicembre. Tante le richieste di modifica della Legge di Bilancio 2024. Le dichiarazioni del Segretario Generale di Cisl Medici Lecce, Fernando Monteforte.
A parole la politica considera la sanità pubblica nazionale una priorità. Sempre a parole la politica considera il personale medico e sanitario in genere una risorsa da tutelare e preservare nell’interesse di tutti i cittadini. Ma solo a parole, appunto… Perchè appena si passa dalle parole ai fatti e dalla teoria all’azione, la situazione é ben diversa dalle presunte intenzioni. La sanità resta una cenerentola e il personale medico si scopre non certo in cima alla lista dei beneficiari delle giuste azioni che servirebbero al Paese per ripartire.
Per questo i medici della Cisl di Lecce manifesteranno con un sit-in di protesta davanti alla Prefettura del capoluogo il prossimo 18 dicembre insieme ai colleghi delle sigle FASSID, AAROI-EMAC ed FVM che hanno proclamato lo sciopero nazionale.
A scendere in piazza per scelte politiche che penalizzano la sanità pubblica saranno medici, veterinari, psicologi, farmacisti, biologi e fisici del Sistema Sanitario Nazionale.
Tanti i punti negativi della Legge di Bilancio per il 2024 che si abbattono sulla sanità pubblica, a cominciare dalle poche risorse stanziate che sono insufficienti e certamente inferiori al valore reale che il mercato europeo riconosce ai professionisti della sanità. Nessuna sorpresa quindi se in tanti preferiscono andare all’ estero o trovare più interessanti le proposte della sanità privata.
Per non parlare poi del trattamento di fine rapporto. Non è più sostenibile il fatto che le liquidazioni dei dipendenti pubblici restino autenticamente sequestrate per anni prima di essere erogate, senza prevedere tra l’altro il recupero dell’inflazione. Mentre il tfr dei privati viene liquidato immediatamente, alla cessazione del rapporto di lavoro, per i dipendenti del settore pubblico subisce una lunga rateizzazione.
Il clou in negativo è poi rappresentato dal taglio delle pensioni, un taglio che va dal 5 al 25%, vista la modifica del calcolo dell’assegno previdenziale dei dipendenti.
Purtroppo, anche la legge di bilancio 2024 non sblocca il tetto delle assunzioni in una situazione in cui mancano 30mila medici ospedalieri. Non vengono stabilizzati i precari, che sono poi i medici più giovani e il sistema preferisce, invece, ricorrere ad improbabili reclutamenti. Ad oggi non c’è un disegno di legge che vieti alle Regioni di reclutare ‘gettonati’ e cooperative.
‘Con questo gesto estremo, dopo aver provato ogni forma di responsabile interlocuzione, rivendichiamo il diritto di erogare prestazioni pubbliche – afferma Fernando Monteforte, Segretario Generale della Cisl di Lecce -. Politiche miopi di risparmio sulla sanità pubblica stanno ineluttabilmente favorendo la fuga verso il sistema privato. Il tutto a danno dei cittadini meno abbienti e dei professionisti che hanno scelto il sistema sanitario nazionale per prestare la propria professionalità. Lo sciopero vuole far ragionare e riflettere la politica perché è il cittadino a pagare le distorsioni del sistema’.
Cisl Medici chiede infine a gran voce di depenalizzazione l’atto medico per restituire serenità ai medici e risorse ingenti al sistema fiaccato da processi spesso strumentali e inutili che bloccano risorse che potrebbero essere destinate all’ abbattimenti dei tetti nelle assunzioni. Con la Spada di Damocle dei continui ricorsi giudiziari si è soltanto facilitata la medicina difensiva, quella che fa aumentare il numero di esami richiesti e le liste d’attesa. Sarebbe ora di cambiare strada.