L’ennesimo Natale che fanno senza il rinnovo del contratto di lavoro. Ieri, venerdì i lavoratori del terziario, del commercio e del turismo (più di 5 milioni di addetti in Italia, oltre 150.000 unità tra Modena e Reggio) hanno scioperato per rivendicare il rinnovo del contratto, fermo da 4 anni. Le proteste sono legate anche all’inflazione e ai salari in stallo.
“In questi giorni di grande shopping che anticipano il Natale ricordiamoci, tutti, degli uomini e delle donne che nei negozi, nelle agenzie, negli ipermercati, nei ristoranti e nei pubblici esercizi in generale stanno dando il massimo e sono da 48 mesi senza uno straccio di contratto. Siamo saliti da Modena e Reggio Emilia in corteo a Milano assiema a 4000 persone – spiega Alessandro Martignetti, segretario generale di Fiscascat Cisl Emilia Centrale, il sindacato dei lavoratori del commercio, turismo e servizi che tra Modena e Reggio Emilia conta quasi 8 mila iscritti – per sostenere la necessità del rinnovo del contratto collettivo scaduto nel 2019, un tempo inaccettabile. A fronte dell’inflazione in atto è importante che nella trattativa per gli aumenti di stipendio si tenga conto proprio dell’Indice dei prezzi al consumo armonizzato che considera l’incremento dei costi per i singoli consumatori ai quali andrebbero rapportati i salari. Un aumento che potrebbe arrivare fino a 300 euro in busta paga. Chiediamo anche la revisione degli orari di lavoro, specie con l’arrivo delle festività natalizie che vede i lavoratori del terziario maggiormente impegnati”.
Lo sciopero ha visto una serie di cortei e manifestazioni in diverse città italiane, tra cui appunto Milano.
“Al mondo di Confindustria contestiamo il fatto che si parli di innovazione e richieste di abilità e si parli di lavoratori come risorse umane, quando invece si lascia scadere il contratto, si rimanda il rinnovo, si vogliono tagliare i diritti acquisiti e non si aumentano i salari”.