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Sardegna. Nuova sanità e politiche trasversali per rispondere  organicamente ai problemi degli anziani

Pubblicato il 13 Dic, 2024

Politiche sanitarie e socio-assistenziali calibrate sui bisogni attuali dei sardi, ma programmate per rispondere ai bisogni di una società in trasformazione. «Dobbiamo organizzare le politiche sociali in modo trasversale nella convinzione  – dice Mimmo Contu, segretario generale della FNP Sardegna – che le azioni anche di diversi Assessorati non sono indifferenti rispetto ai livelli di coesione  del territorio».

Nel primo consiglio generale dopo la sua elezione alla guida della Federazione pensionati, Contu  indica ai 60 dirigenti della categoria una priorità da perseguire nei livelli territoriali e regionali: adoperarsi perchè gli amministratori coordinino, nelle scelte locali, politiche abitative, trasporto pubblico, politiche giovanili, educazione alla legalità, violenza di genere e bassa natalità. « Senza una visione unitaria – aggiunge Contu – i singoli provvedimenti rischiano di essere aggiustamenti settoriali e limitati. Per esempio monitorare il principio di uguaglianza per un welfare modulato in ragione dei carichi familiari con particolare riferimento quando la famiglia deve sostenere propri componenti  in condizioni di non autosufficienza».

Nel Consiglio generale – presieduto dal segretario  nazionale Mimmo di Matteo e dal segretario generale della USR Sardegna, Pier Luigi Ledda – l’attenzione si è polarizzata  sulla situazione  sanitaria, «che sta diventando preoccupante».  Contu  ha snocciolato davanti al Consiglio i dati del malessere presentati nei giorni scorsi dal segretario generale USR, Pier Luigi Ledda, alla Regione.

In particolare, posti letto insufficienti: 2,8 posti letto in specialità ad elevata assistenza ogni 10.000 abitanti. Assistenza domiciliare carente: appena l1,7% degli anziani accede all’ assistenza domiciliare integrata, «un dato inaccettabile per una regione con una popolazione anziana in costante crescita, che necessita di cure continuative e personalizzate». Rinuncia alle cure: il 12,3% dei sardi rinuncia alle prestazioni sanitarie a causa delle lunghe d’attesa  e quindi dei costi elevati nel rivolgersialla medicina privata. Un fenomeno che penalizza soprattutto le fasce più deboli della popolazione.

Praticamente la maggior parte dei pensionati in Sardegna si trova sotto la soglia di povertà assoluta: una realtà che fa crescere esponenzialmente il disagio. Una famiglia composta da padre, madre e figlio minore con un’età compresa tra gli 11 e i 17 anni, residente in un comune con meno di 50.000 abitanti, la soglia di povertà assoluta in Sardegna nel 2023 era pari a 1.475,85 euro mensili (1.504,77 euro se residente in un comune con più di 50.000 abitanti). Per la stessa tipologia di famiglia residente nei centri delle aree metropolitane di Cagliari e Sassari la soglia era invece pari a 1.586,76 euro. Il fatto che l’incidenza della povertà assoluta non retroceda, nonostante il buon andamento del mercato del lavoro, per l’Istat è dovuto principalmente al persistere della forte pressione inflazionistica.

 Togliendo pure il figlio minore, le pensioni sarde sono abbondantemente sotto la soglia di mille euro. Attraverso le fonti Istat è possibile affermare che nel 2023 si trovavano in condizioni di povertà relativa circa 118.000 famiglie sarde (erano oltre 109.000 nel 2022). Sono numerosi i fattori che  schierano la FNP Sardegna nella prima linea della protesta, che potrebbe anche partire  molto presto con nuove mobilitazioni.

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