Secondo le previsioni ISTAT, entro il 2050 la popolazione under 75 in Italia potrebbe ridursi da 51,4 a 43,3 milioni, mentre gli over 75 aumenterebbero di quasi 4 milioni. È con questo scenario demografico che anche la Puglia deve fare i conti. Nei prossimi dieci anni si stima una perdita di circa 300.000 lavoratori. È evidente quanto sia necessario un patto generazionale per affrontare dinamiche che stanno modificando profondamente la struttura sociale ed economica delle comunità pugliesi.Pensiamo che il problema in Puglia non sia solo l’invecchiamento crescente della popolazione, ma la necessità di individuare interventi nei confronti di una popolazione sempre più longeva. A questo occorre considerare parallelamente la progressiva riduzione delle fasce giovanili, che, come conseguenza, conduce a un impoverimento del capitale umano e del mercato del lavoro, pregiudicando il futuro del sistema produttivo, la sostenibilità del welfare e l’equilibrio sociale.È urgente, in questa fase, intervenire su diversi fronti con politiche attive efficaci e mirate per l’occupazione, più di quanto si sia fatto fino ad oggi, e con maggiori investimenti nella formazione, nell’innovazione e nel sostegno alla natalità. Vi è necessità di misure dedicate all’occupazione femminile e ai servizi per le famiglie, insieme a una strategia di integrazione e valorizzazione dei lavoratori immigrati.Occorre una nuova visione strategica che avvii una fase di sviluppo fondata su maggiore produttività, guardando alle competenze e all’innovazione. A ciò devono corrispondere livelli salariali adeguati, attraverso il celere rinnovo dei contratti collettivi scaduti e una diffusione della contrattazione di secondo livello, territoriale e aziendale, per rilanciare di conseguenza i consumi delle famiglie.È giunto il momento di dare concretezza a un’alleanza generazionale, basata sulla partecipazione, per un’occupazione aggiuntiva dignitosa e sull’inclusione sociale, per contrastare una possibile deriva che rischia di compromettere il futuro di questa parte del Paese. Questo si può realizzare valorizzando le tante potenzialità presenti nei diversi territori e settori economici, affrontando le transizioni in corso attraverso un massiccio e mirato investimento in infrastrutture, materiali e immateriali, capace di sostenere uno sviluppo duraturo e rafforzare la competitività del sistema “crescita” regionale, in modo omogeneo tra i territori.Oggi in Puglia cresce la domanda di alte professionalità, di tecnici e di specializzati, soprattutto nei settori manifatturiero, terziario e agroindustriale: comparti che possono espandersi e creare valore aggiunto, valorizzando sia i finanziamenti privati che quelli pubblici. Questo non si realizza con le buone intenzioni: strategico sarà spendere bene e subito tutte le risorse (FSC, PNRR) a disposizione, così come cruciale è il rafforzamento di un percorso partecipativo, a livello istituzionale e politico, e di sinergie stabili tra sistema formativo, scolastico, universitario, istituzionale e corpi intermedi che rappresentano il mondo del lavoro.Di fronte a questa sfida la CISL Puglia, con tutte le sue strutture territoriali e regionali, è disponibile a partecipare al confronto per definire soluzioni efficaci e tempestive, capaci di rafforzare la coesione sociale e rilanciare le potenzialità di tutto il sistema di sviluppo regionale.