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Romagna. Nel 2024, accertati 11.973 infortuni sul lavoro e 1.051 malattie professionali. Dodici i casi mortali riconosciuti. Marinelli (Cisl) : “Quadro ancora critico in Romagna. Serve più tutela e prevenzione per i lavoratori”

Pubblicato il 15 Lug, 2025

Nel 2024, nelle province romagnole di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, sono stati ufficialmente accertati 11.973 infortuni sul lavoro, secondo i dati forniti dall’INAIL. Il dato restituisce una fotografia chiara della situazione concreta nei luoghi di lavoro: migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno subito un incidente effettivamente riconosciuto come collegato all’attività lavorativa, con tutte le implicazioni sanitarie, economiche e psicologiche che questo comporta.Nel dettaglio, nel 2024 a Forlì-Cesena sono stati accertati 4.299 infortuni, in lieve aumento rispetto ai 4.220 del 2023, con una crescita dell’1,87%. A Ravenna i casi riconosciuti sono stati 4.396, in crescita del 3,48% rispetto ai 4.248 dell’anno precedente. A Rimini si registrano 3.248 infortuni accertaticontro i 3.173 del 2023, pari a un aumento del 2.36%. Particolarmente gravi i dati sugli infortuni mortali accertati, che sono stati dodici in tutto il 2024, equamente distribuiti tra le tre province: 4 a Forlì-Cesena, 4 a Ravenna e 4 a Rimini.Anche il fenomeno delle malattie professionali si conferma un fronte critico per la salute dei lavoratori romagnoli. Nel 2024 sono stati riconosciuti 1.051 casi di malattia professionale, con un aumento complessivo del 14% rispetto ai 922 casi del 2023. Il dato è frutto di una distribuzione territoriale che vede 708 casi accertati nella provincia di Forlì-Cesena, con un aumento del 23,3% rispetto ai 574 del 2023174 a Ravenna, in calo del 16,3% rispetto ai 208 dell’anno precedente; e 169 a Rimini, in crescita del 20,7% rispetto ai 140 del 2023. Si tratta di patologie insorte nel tempo, legate a condizioni di lavoro prolungate e spesso ripetitive, connesse all’esposizione a sostanze nocive, alla movimentazione manuale dei carichi, a posture forzate o a microtraumi costanti. A differenza degli infortuni, che si manifestano in modo improvviso, le malattie professionali emergono spesso dopo anni di attività, rendendo più complesso il loro riconoscimento e il relativo percorso di tutela.Il commento di CISL Romagna“I dati accertati raccontano quindi una realtà ben definita, fatta di numeri concreti che rappresentano altrettante storie personali di lavoratrici e lavoratori colpiti nella propria salute – afferma il Segretario Generale CISL Romagna Francesco Marinelli – .Una parte del mondo del lavoro romagnolo continua a essere esposto a rischi significativi, con conseguenze pesanti per chi subisce un infortunio o sviluppa una malattia legata all’attività professionale. Questi dati evidenziano la necessità di mantenere alta l’attenzione su alcuni ambiti lavorativi particolarmente esposti, come l’agricoltura, l’edilizia, la manifattura e i servizi alla personaL’obiettivo condiviso deve essere quello di garantire tutele effettive e tempestive, valorizzando il ruolo della prevenzione e rafforzando, allo stesso tempo, tutti gli strumenti che rendono il sistema più efficace e vicino alle persone”.”I dati INAIL in analisi ci presentano una realtà complessa e ancora particolarmente critica. Il numero di incidenti accertati rimane ancora troppo alto. Le nostre richieste sono chiare e, in particolare per diminuire i dati degli infortuni, chiediamo azioni concrete e immediate. Innanzitutto, è fondamentale che ci siano investimenti massicci in prevenzione. Non possiamo più permetterci di considerare la sicurezza sul lavoro un costo, ma un investimento essenziale. Chiediamo alle imprese di implementare e rafforzare sistemi di gestione della sicurezza efficaci, con un focus sulle nuove tecnologie e sulle migliori pratiche di settore.In secondo luogo, la formazione continua e mirata è cruciale – chiosa il segretario cislino -. La formazione non deve essere un adempimento burocratico, ma un processo continuo e adattato ai reali rischi di ogni specifico ambiente lavorativo. Vogliamo che i lavoratori siano costantemente aggiornati sui rischi emergenti e sulle procedure di sicurezza, e che la formazione sia realmente compresa e applicata. Parallelamente, è indispensabile rafforzare l’attività ispettiva e di controllo da parte degli organi preposti, con controlli più rigorosi e sanzioni efficaci per chi non rispetta le norme.Non si può tollerare che la negligenza o la mancanza di investimenti mettano a rischio la vita dei lavoratori”.“Inoltre, il coinvolgimento attivo dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) è una risorsa fondamentale. Chiediamo che vengano pienamente coinvolti in tutte le fasi della valutazione dei rischi e dell’implementazione delle misure di prevenzione, garantendo loro la formazione e gli strumenti necessari per svolgere al meglio il loro ruolo. Dobbiamo poi promuovere una vera e propria cultura della sicurezza che parta dalle scuole, che coinvolga tutti i livelli aziendali, dai vertici ai singoli lavoratori, e che faccia della sicurezza un valore condiviso e prioritario. Infine, una maggiore trasparenza e condivisione dei dati sugli infortuni, anche a livello aziendale, può aiutare a identificare le criticità e a definire interventi più mirati ed efficaci”.“In questo percorso – conclude Marinelli –i nostri patronati della CISL Romagna continueranno a essere un punto di riferimento essenziale. Spesso i lavoratori non conoscono i propri diritti o si sentono persi nella burocrazia. Noi siamo qui per offrire assistenza qualificata, per accompagnare passo dopo passo le persone nel riconoscimento di infortuni e malattie professionali, garantendo un accesso più efficace e giusto alle tutele. La CISL Romagna è e sarà sempre al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici. Continueremo a chiedere con fermezza alle istituzioni e alle imprese di investire con decisione su sicurezza, prevenzione, formazione e supporto effettivo. Solo così potremo costruire un ambiente di lavoro realmente sicuro e rispettoso della dignità di tutti.”

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