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Puglia. Demografia e giovani. Castellucci (Cisl reg.le): “Le nuove generazioni non un numero ma un valore per il lavoro”


“Le recenti previsioni demografiche dell’Istat sono chiare: nei prossimi 25 anni la Puglia potrebbe perdere circa 700mila abitanti. Una cifra impressionante, che riflette, non solo l’attuale calo naturale della popolazione, ma anche la fuga dei giovani”. Lo sottolinea Antonio Castellucci segretario generale della Cisl Puglia in una nota che così prosegue:
“Nel 2030 saranno circa 54mila le ragazze e i ragazzi che potrebbero scegliere di trasferirsi in altre regioni o Paesi, attratti da opportunità lavorative più stabili, da una qualità della vita più alta e da servizi più efficienti. Ogni giovane che lascia la nostra terra porta via con sé competenze e futuro. Fenomeno questo che incide direttamente sullo sviluppo sociale ed economico della regione, determinando un progressivo impoverimento demografico e produttivo. Noi pensiamo, come più volte abbiamo sostenuto, che per comprendere i cambiamenti in atto è necessario osservare la realtà economica e sociale con molta attenzione e da più punti di vista; bisogna andare oltre le analisi. Il lavoro, in modo particolare per i giovani, deve essere parte integrante di un progetto di vita che deve valorizzare la persona, riconoscendole la giusta retribuzione, dignità, promuovere partecipazione, formazione continua, benessere e reali opportunità di crescita. Solo così il lavoro diventa autentico strumento di libertà, cittadinanza e sviluppo. La sfida che abbiamo davanti, anche come Cisl Puglia, è quella di dare risposte concrete in una terra che per troppi anni ha vissuto le forti criticità della disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, della precarietà e della carenza di opportunità. Ora serve cambiare passo, servono diversi strumenti da mettere in campo, tra cui valorizzare pienamente la contrattazione, compresa in particolare quella di secondo livello, che non significa soltanto salario, ma deve essere sempre più, leva di crescita, giustizia e benessere per imprese e lavoratori. Ciò significa mettere al centro il welfare aziendale, la flessibilità degli orari, la sicurezza nei luoghi di lavoro, la produttività e le possibilità di sviluppo personale e professionale, affinché il lavoro migliori davvero la vita delle persone e le trasformi in una risorsa per l’impresa, non in un semplice numero. Promuovere la crescita individuale, sociale ed economica significa investire nei giovani attraverso servizi dedicati, infrastrutturali, orientamento professionale e percorsi formativi mirati che rafforzino le competenze. Non è accettabile che tanti ragazzi siano costretti ad attendere tempi infiniti per entrare nel mondo del lavoro e conquistare la propria autonomia, come se esistesse in tanti situazioni un muro invalicabile tra studio e occupazione. È indispensabile creare spazi di aggregazione, sostenere iniziative culturali e di socializzazione che alimentino partecipazione e cittadinanza attiva. C’è necessità di ampliare le opportunità lavorative con stage retribuiti e collaborazioni con le università, per agevolare il passaggio dallo studio al lavoro. Servono inoltre, una maggiore visione partecipativa delle imprese, intercettare tutti gli strumenti normativi nazionali e regionali di supporto per creare nuova occupazione, politiche abitative dedicate, così da permettere ai giovani di costruire una vita autonoma ed equilibrata tra esigenze personali e professionali. La Cisl Puglia è convinta che questa regione possa diventare una terra in cui i giovani scelgono di restare e realizzare i propri progetti, se sarà in grado di offrire lavoro dignitoso, servizi adeguati e una comunità viva. È necessario che istituzioni, parti sociali e politica costruiscano insieme, attraverso la concertazione e un patto di responsabilità, strategie per trattenere i ragazzi. Investire nella qualità della vita delle nuove generazioni significa garantire opportunità concrete, affinché la Puglia non sia più terra da cui partire, ma sempre più attrattiva e luogo in cui crescere, restare e, per chi oggi è lontano, tornare” – conclude Castellucci”.