Oggi si è svolto presso il Ministero del Lavoro un incontro tra azienda, rappresentanti del Ministero e le Organizzazioni sindacali, sul tema del rinnovo della Cassa Integrazione Straordinaria (Cigs) per ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, in Amministrazione Straordinaria.
Nonostante sia in corso anche un tavolo di confronto a Palazzo Chigi, il Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale ha deciso di avviare un’ulteriore consultazione sindacale, a seguito della richiesta di Cigs avanzata dall’azienda. Questa richiesta coinvolge complessivamente 4.450 lavoratori, ovvero 500 in più rispetto alla precedente istanza.
Attualmente, l’autorizzazione alla Cigs vigente scade nel febbraio 2026. Nel corso del prossimo anno, quindi, il numero di lavoratori coinvolti passerà dagli attuali 3.062 a 4.450. La motivazione principale di questo incremento risiede in alcuni squilibri finanziari, causati da livelli di produzione di ghisa non soddisfacenti e da un mercato in calo, che gravano pesantemente sulle casse aziendali. Si evidenzia inoltre come i ritardi accumulati finora abbiano influito negativamente sulla situazione, mettendo a rischio la sostenibilità delle casse fino alla conclusione del processo di vendita.
«L’incontro è stato caratterizzato da decisioni altalenanti, prima fissate, poi rinviate per due volte e infine anticipate alla data odierna. Per noi, questa situazione è sinonimo di mancanza di chiarezza sugli obiettivi della Cigs e, poiché le condizioni di contesto non sono cambiate, non permette di arrivare a un accordo.
«Paradossalmente restiamo fiduciosi di poter raggiungere le stesse mediazioni già ottenute con l’accordo precedente con l’azienda. Tuttavia, ciò che questa volta manca è una visione chiara per il futuro. La richiesta fatta a Palazzo Chigi dai Segretari Generali di Fim, Fiom e Uilm mirava proprio a chiarire quale direzione intendessimo prendere, quale piano fosse in campo e, sulla base di ciò, costruire un accordo di Cassa Integrazione.»
L’aumento del numero di lavoratori richiesto dall’azienda «non ci spaventa in sé, ma deve essere motivato da ragioni solide e inserito in un piano di rilancio che progressivamente riduca il ricorso alla Cigs. Assistiamo invece a un silenzio assordante da parte delle istituzioni locali e della politica nazionale, che crediamo abbiano oggi il dovere di accelerare i tempi e decidere con coraggio sul futuro della ex Ilva. La decarbonizzazione del gruppo siderurgico non può essere sottovalutata: essa rappresenterà il metro di misura della capacità del nostro Paese di gestire la transizione in tutti i settori. Al di là di ogni posizione di parte, questa è la strada da seguire per il nostro futuro.
Contestualmente leggiamo positivamente l’impegno della Regione Puglia nell’attuare ulteriori politiche di sostegno al reddito per i lavoratori in Cigs, attraverso corsi di formazione.
L’incontro è stato aggiornato della scadenza tecnica per la sigla della procedura, ovvero il prossimo 24 settembre, poiché al momento non vi sono le condizioni per condividere un accordo.