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Portovesne. Cade l’ipotesi di un nuovo investitore. I sindacati: “Ora il Governo indichi una strada chiara per produzione e occupazione”

Pubblicato il 2 Ott, 2025

Si è svolto oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un nuovo tavolo sulla vertenza Portovesme Srl. Il Mimit ha comunicato l’esito negativo delle manifestazioni di interesse da parte di un’azienda che avrebbe potuto investire sul territorio. Le organizzazioni sindacali hanno, dunque, espresso forte preoccupazione per una situazione che, senza interventi concreti, rischia ora di compromettere definitivamente la continuità produttiva e occupazionale del sito industriale e del territorio. Durante l’incontro, i rappresentanti dei lavoratori hanno denunciato la drastica riduzione della produzione e dell’occupazione nel corso degli anni, l’ampio ricorso alla cassa integrazione e le pesanti ricadute sociali ed economiche sul territorio. Hanno inoltre sottolineato la criticità dei costi energetici e l’urgenza di definire se il futuro dello stabilimento sarà ancora legato alla linea zinco o a una possibile riconversione industriale, come ad esempio la realizzazione di un Hub di stoccaggio di materie prime strategiche.

“Oggi il Governo – dichiarano le organizzazioni sindacali – ha certificato quello che asserivamo da 10 mesi: nessun player investe con questi alti costi energetici. È indispensabile che indichi una strada chiara e si definisca un piano industriale credibile per le singole aziende e per il territorio. Non si può continuare a vivere di emergenze, consumando ammortizzatori sociali e risorse pubbliche senza prospettive reali. Portovesme deve restare un sito produttivo strategico, capace di dare lavoro stabile e di garantire sviluppo a una Regione già fin troppo in difficoltà”.

Le organizzazioni sindacali hanno infine ribadito la richiesta di una collaborazione istituzionale per dare certezze alle lavoratrici e ai lavoratori, diretti e dell’indotto, e alle loro famiglie.