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Campania. Bilancio Sociale Inps. Cisl e Fnp Cisl Napoli: “Sul territorio grande sofferenza. Cresce il lavoro povero, non quello a tempo indeterminato. Enorme divario con le pensioni del Nord”

Cala la popolazione residente, diminuiscono le assunzioni stabili e crescono quelle a tempo determinato e part-time, la retribuzione giornaliera e gli assegni di pensioni si confermano inferiori a quelli del Nord e ben al di sotto del dato medio nazionale.

Questi i risultati del rendiconto sociale 2024 dell’Inps, presentato oggi a Nola. Risultati che confermano il giudizio negativo della Cisl, presente all’incontro con, tra gli altri, la leader di Napoli Melicia Comberiati e il vicereggente della federazione dei pensionati Lorenzo Medici. 

“Dal rapporto – dice la segretaria generale – emergono più ombre che luci: aumentano le assunzioni, ma si entra nel mercato del lavoro in modo precario e le retribuzioni sono basse soprattutto per le donne. C’è un incremento molto forte della cassa integrazione, legato alla crisi dell’industria, mentre continua l’emigrazione intellettuale dei giovani e resta pesante la disparità di genere. C’è bisogno di un cambio di passo. Dobbiamo guardare – sottolinea la numero uno della confederazione territoriale – alla qualità e alla quantità del lavoro, obiettivi da perseguire attraverso la definizione di un <patto di responsabilità> con le aziende del territorio per l’attuazione della legge 76 sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese”.  

Medici mette a sua volta in risalto le difficoltà e le sofferenze dei pensionati. “Purtroppo – segnala il vicereggente della FNP – le preoccupazioni da noi espresse nei mesi scorsi trovano conferma nei numeri, che ci danno un importo medio dei trattamenti pensionistici a Napoli, in provincia ed in tutta la Campania molto al di sotto rispetto a quelli del resto del Paese. Cresce il divario, ed al tempo stesso aumentano le difficoltà per arrivare a fine mese. Bisogna intervenire in modo deciso su questo versante, mettendo in campo una serie di misure che vanno dall’abbattimento dell’addizionale per gli assegni bassi alla definizione di un fondo per sostenere quelli che vivono in condizioni di precarietà assoluta. Le istituzioni – conclude Medici – non possono e non devono ignorare il grido di aiuto che viene dalla terza età in realtà difficili come quella della nostra area metropolitana”.