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Semiconduttori. Il MIMIT dimentica STM e Lfoundry. Urgente la convocazione degli incontri programmati

Pubblicato il 20 Ott, 2025

StMicroelectronics e LFoundry di Avezzano (Aq), sono accumunate dallo stesso destino, essere dimenticate dal Mimit. Un mese fa c’è stato l’incontro al Mimit alla presenza dei Ministri Adolfo Urso e Giancarlo, delle Regioni Lombardia e Sicilia e delle parti sindacali, per affrontare la situazione industriale di StMicroelectronics che in Italia occupa circa 12.000 persone.

Un primo importante risultato stato è ottenuto con l’impegno del ritiro dei 1.300 esuberi nello storico sito produttivo di Agrate. I ministri avevano chiesto all’azienda di rivedere il piano industriale che non doveva rappresentare una “ritirata strategica” della produzione in Italia ma ottenere e rilanciare la produzione salvaguardando gli asset occupazionali, consolidando il ruolo strategico nel contesto italiano ed europeo dei semiconduttori. In particolare, sul sito di Agrate, declinare interventi innovativi a sostegno della ricerca e sviluppo di nuovi prodotti con un piano di rilancio che superi il 2030.

I due ministri per dare immediata concretezza all’intervento hanno proposto l’avvio di un protocollo d’intesa con il Governo e la Regione Lombardia, focalizzato sul futuro dello stabilimento di Agrate, prevedendo dei tavoli tecnici di confronto tra azienda e organizzazione sindacale.

Ad oggi, nonostante le ripetute sollecitazioni di convocazione dei tavoli sia allo staff del ministro Urso che all’Assessore alla Sviluppo Economico della Regione Lombardia Guidesi, nessun incontro è stato programmato. Si sta paventando il rischio che Stm confermi l’attuale piano industriale che prevede interventi limitati allo sviluppo industriale di Agrate e soprattutto non da certezze occupazionali.

Gli impegni presi dai Ministri Urso e Giorgetti lo scorso 15 settembre rischiano di trasformarsi in propositi e non in azioni. Mancano risposte anche rispetto al futuro occupazionale di LFoundry di Avezzano che occupa 1.200 persone. Da tempo le organizzazioni sindacali denunciano carenze nei piani industriali di rilancio del sito. I volumi scendono, le ore di utilizzo degli ammortizzatori sociali aumentano e le criticità dovute alla scarsa manutenzione dell’impianto alimentano incognite sul futuro industriale e occupazionale del sito.

La sottosegretaria Bergamotto si era impegnata a seguire la vertenza, e questo è avvenuto nei primi mesi dell’anno, poi non vi è stata continuità.

La Fim Cisl ritiene strategico il settore dei semiconduttori, ritardare o rimandare interventi strutturali su queste due realtà aziendali rischierebbe sia di far perdere definitamente 3000 posti di lavoro di alta professionalità e sia di ridimensionare un’altra area strategica del manufatturiero italiano. Attendiamo con urgenza gli incontri richiesti da tempo.