Il progetto Anteas “Mind the Gap” è arrivato anche in Sardegna. Particolarmente opportuno, per gli obiettivi che persegue – cioè contrastare solitudine e disagio sociale degli anziani, con speciale attenzione al Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) – in una regione dove si giocano circa 1.031 euro per abitante: praticamente più dell’assegno mensile INPS di un lavoratore del settore privato ( 907 euro). Una situazione, che preoccupa e dà la misura delle dimensioni di un fenomeno in espansione, portata all’attenzione della Cisl sarda durante il Consiglio regionale dell’Anteas presieduta da Paolo Cuscusa, presenti il segretario generale Pier Luigi Ledda e il numero uno nazionale dell’Associazione terza età attiva, Giuseppe De Biase .
Gioco d’azzardo in crescita in Sardegna nel 2023. I numeri resi noti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono evidenti: la raccolta complessiva ha superato 1,41 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 1,37 miliardi del 2022 e agli 1,04 miliardi del 2021. Anche questo aspetto del gioco d’azzardo rappresenta uno dei molti volti del disagio anziani. Se ne è parlato a Bonarcado, 20 chilometri da Oristano, piccolo centro dove sono state scritte pagine importanti della storia del Giudicato di Arborea. Un territorio emblematico della condizione degli over 65 in Sardegna. L’Oristanese, infatti, è la provincia con la più alta età media regionale ( 50 anni), con il comune sardo più piccolo (Baradili,76 abitanti) e il più povero dell’isola (Soddì, 12.606 €). Testimone simbolico dello spopolamento dei centri minori: su 87 comuni della provincia oristanese ben 32 sotto 500 abitanti e 49 con meno di 1000 residenti. «Povertà, isolamento, centri sempre più vecchi moltiplicano i disagi della popolazione anziana, che deve fare i conti – dice Paolo Cuscusa – non solo con i malanni dell’età, ma anche con riduzione dei servizi e difficoltà dei trasporti. In queste situazioni la solitudine diventa una malattia, che apre la porta ad altre patologie anche psicologiche. Il nostro “Mind the Gap si è svolto a Quartu S.Elena».
La Sardegna è anche tra le regioni con il maggior numero di famiglie composte da una sola persona: il 36% del totale, che supera il 40% nella fascia d’età oltre i 75 anni. « Questi numeri parlano di un disagio silenzioso, di una solitudine crescente e di un tessuto sociale che va ricucito con urgenza. Dietro questi dati – ha detto Pier Luigi Ledda, segretario generale della CISL Sardegna – ci sono persone, anziani soli, giovani disorientati, famiglie in difficoltà. La risposta non può essere solo assistenziale, ma deve essere anche comunitaria: ricostruire relazioni, prossimità, fiducia. È questo il ruolo del terzo settore e della rete Anteas, una vera e propria infrastruttura sociale dell’Isola».
«Mind the Gap – ha ricordato Di Biase – ci invita a colmare i vuoti sociali, a riempire gli spazi di solitudine con relazioni autentiche, solidarietà e prossimità. È un impegno che riguarda tutti noi, soprattutto in una regione come la Sardegna, dove i fenomeni di fragilità e solitudine si intrecciano con le nuove povertà digitali».
Tra le esperienze positive è stato citato anche il Premio di Poesia e Prosa “Bonfanti” in lingua sarda, promosso da Anteas, FNP e IAL CISL, che valorizza le scuole e la cultura locale. «Un’iniziativa che unisce memoria e futuro – ha aggiunto Ledda – perché anche la cultura è solidarietà: rafforza le radici, crea legami e avvicina le generazioni. Compito del sindacato – ha concluso Ledda – è colmare i vuoti e tessere legami. Il nostro modello di partecipazione parte dalle persone, dal lavoro, dalle comunità locali. Non si combattono disagio sociale, solitudine o dipendenza dal gioco se non rimettendo al centro relazione umana, solidarietà e responsabilità collettiva».


