Gli oltre 160 delegati provenienti da tutt’Italia del Consiglio Generale della FIM CISL si sono riuniti questa mattina a Roma, presso l’Auditorium di Via Rieti, dopo la firma del Contratto dei Metalmeccanici sabato scorso dopo una non stop di 4 giorni.
“Oggi festeggiamo la conquista di uno dei contratti più difficili degli ultimi 20 anni, che ha visto, come non si vedeva da anni, una stagione di lotta, conflitti e mobilitazione per ottenere un rinnovo contrattuale, che rappresenta un elemento di giustizia sociale per oltre 1.500.000 di metalmeccanici” così il Segretario generale della FIM CISL Ferdinando Uliano nell’aprire i lavori del Consiglio generale. Un risultato – prosegue Uliano – possibile solo grazie alla partecipazione dei lavoratori e l’unione del fronte sindacale. Non dobbiamo dimenticare lo scontro che abbiamo avuto dopo la rottura del tavolo negoziale. Federmeccanica e Assistal con la loro posizione di rottura volevano mettere in discussione gli importanti risultati del contratto del 2021, con la presentazione di una contro-piattaforma. Dobbiamo continuare ad avere la capacità di mobilitazione, perché questo contratto ci ha dimostrato che le cose, anche nei rapporti consolidati con la nostra controparte possono cambiare.
L’accordo conclusivo ha definito un aumento sui minimi oltre l’IPCA-Nei, come previsto dal punto h a fronte di un’innovazione organizzativa con la salvaguardia nei casi di impennata inflattiva. Il nuovo CCNL – sottolinea il leader FIM – porta importanti risultati in ambito salariale definendo aumenti contrattuali complessivi pari al 9,64%, un dato questo particolarmente significativo perché supera nettamente il tasso d’inflazione Ipca Nei previsto al 7,20% nei prossimi 4 anni. E questo. – dice Uliano – in un contesto economico complesso, il potere d’acquisto dei circa 1,7 milioni di lavoratori metalmeccanici interessati dal contratto è difeso concretamente con un incremento reale dei minimi retributivi, che a regime è pari a 205,32 euro mensili medi (per un liv. C3) che tradotto significa un montante salariale complessivo di 4.674,50 euro. Non meno significativo l’aumento della quota dei flexible benefits a 250 € già dal mese di Febbraio 2026.
Il confronto – continua Uliano – non ha interessato non solo la parte economica, ma soprattutto
alcune parti normative importanti ridefinendo tutele e diritti per i lavoratori. Si sono rafforzate le esigibilità della formazione professionale per tutti i lavoratori ampliando le casistiche di utilizzo delle 24 ore del Diritto Soggettivo alla Formazione. Rispetto al mercato del lavoro, si è introdotta una percentuale di stabilizzazione dei lavoratori assunti con contratto a termine e si è definito un limite massimo di 48 mesi di utilizzo dei contratti in staff leasing prevedendo, al termine di questo periodo, per la prima volta nei CCNL, un diritto alla stabilizzazione presso l’azienda utilizzatrice dei lavoratori. Un importante risultato è rivolto ai lavoratori degli appalti, per cui è previsto, nell’ambito della trasparenza e legalità, un forte richiamo alla contrattazione collettiva delle organizzazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale. Inoltre, in capo alle aziende appaltanti, è stato posto l’obbligo di fornire un’informativa alle RSU su tutte le aziende degli appalti.
Particolare attenzione è stata dedicata anche alla sicurezza mediante l’introduzione dell’analisi incidentale tra RSPP e RLS obbligatorio nel caso di infortunio, l’istituzione in tutte le aziende di un sistema di segnalazioni dei quasi infortuni e delle situazioni rischiose inserendo l’obbligo dei break formativi nelle aziende superiori ai 200 dipendenti.
Infine, ma non per importanza, le misure contrattate sulle politiche di genere, attraverso un rafforzamento importante delle RSU e della Commissione Nazionale di Pari Opportunità che assumono contrattualmente attori chiave per la realizzazione di strumenti, iniziative e percorsi formativi finalizzati ad affrontare i temi inerenti le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro.
Ora ha detto il leader della FIM agli oltre centro delegati – dobbiamo cogliere l’occasione della firma di questo contratto per avere attraverso le assemblee un confronto con iscritti e lavoratori sui contenuti della piattaforma a partire, dalle realtà in cui non siamo presenti o lo siamo poco come sindacale.
Abbiamo fatto un buon contratto, ha concluso – con un equilibrio avanzato che ora dobbiamo far vivo nelle fabbriche e nei contesti lavorativi”.


