“La conquista nella trattativa al Consiglio Agrifish di rivedere i tagli di due terzi alle giornate di pesca è un risultato molto importante. Come Fai-Cisl abbiamo sempre avanzato una visione della sostenibilità che oltre ad essere ambientale deve necessariamente essere anche economica e sociale, mentre il taglio del 64% dello sforzo di pesca, proposto dalla Commissione Ue, ora sceso al 39%, rappresentava un ulteriore colpo fatale verso un settore già messo in ginocchio negli ultimi anni dal ridotto ricambio generazionale, da normative sempre più restrittive e dalla crisi climatica”.Così il Segretario nazionale della Fai-Cisl Patrizio Giorni commenta la scelta del Consiglio Agricoltura e Pesca dell’Unione Europea, dopo oltre 40 ore di trattativa, di respingere le proposte della Commissione che prevedevano una drastica riduzione delle giornate di pesca per il 2026. “Continueremo a monitorare le scelte di Bruxelles – conclude il sindacalista – promuovendo scelte più equilibrate, a favore di imprese e lavoratori, nella consapevolezza che vanno rimodulate tutte quelle normative europee adeguate ai mari del Nord Europa e all’Oceano Atlantico e molto meno alla pesca mediterranea. Va rafforzato il positivo lavoro di squadra realizzato in questa occasione, con istituzioni, organizzazioni di categoria e parti sociali, evitando quei radicalismi che rischiano di compromettere per sempre la tenuta del settore, col risultato, tra l’altro, di consumare sempre più pescato importato, con gravi conseguenze non solo sull’occupazione e le imprese italiane, ma anche sulla sicurezza alimentare, sulla tutela dei mari, sulle garanzie in materia di tracciabilità e legalità”.


