Quel patto sociale che la segretaria Cisl Daniela Fumarola ha chiesto a livello nazionale, il segretario generale della Cisl Padova Rovigo Samuel Scavazzin lo ha rilanciato sul territorio, toccando nella sua relazione tutti i temi cruciali del sistema economico locale. Scavazzin ha esordito mettendo l’accento sulla tragica serie di morti sul lavoro che ha colpito prima Rovigo e poi Padova e ricordando le richieste del sindacato per la sicurezza sul lavoro. «Riteniamo che per affrontare il tema della sicurezza sia fondamentale la partecipazione dei lavoratori nei processi decisionali dell’azienda, migliorando le relazioni industriali e promuovendo un’organizzazione del lavoro che garantisca il rispetto delle leggi, rafforzando il ruolo degli Rls, che oltre a vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza, svolgono un ruolo propositivo sulle misure di tutela all’interno delle aziende. Questo a vantaggio anche della produttività. Vogliamo che i lavoratori siano protagonisti di un cambiamento vero, anche sul piano della sicurezza. Una delle nostre richieste per migliorare la manovra economica riguarda il rifinanziamento delle misure a favore della partecipazione».
Tra le altre richieste, quella relativa alla tassazione agevolata al 5% sui rinnovi contrattuali, che dev’essere limitata ai contratti nazionali sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali più rappresentative, per evitare il proliferare di contratti pirata, e l’innalzamento del limite di reddito, attualmente fissato a 28mila euro. E ancora, uno specifico incentivo destinato alle aziende che contrattano misure di conciliazione vita lavoro in un’ottica di parità di genere, maggiori risorse per i rinnovi contrattuali del comparto scuola, università e ricerca e una lotta senza quartiere all’evasione fiscale, che esclude condoni e sanatorie. «Nell’ambito del patto della responsabilità, sta a noi individuare le criticità più sentite sul territorio e proporre le strategie più efficaci per programmare un vero e duraturo sviluppo, che metta al centro il lavoro, sicuro e di qualità», ha aggiunto il segretario e ha ricordato il patto per lo sviluppo del Polesine sottoscritto a Rovigo pochi giorni fa con Cgil e Uil e con le associazioni di categoria e il protocollo siglato lo scorso giugno con il prefetto di Padova per il contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore turistico alberghiero.
«Sul piano dell’occupazione, il bilancio del mercato del lavoro è positivo, soprattutto per i contratti a tempo determinato, come nel resto del Paese, ma al di sotto dell’anno scorso, per effetto della riduzione delle attivazioni e dell’incremento delle cessazioni. Rovigo e Padova sono tra le province che hanno fatto registrare un ridimensionamento più consistente. I comparti trainanti sono labour intensive e con una forte domanda inevasa di lavoro, come turismo, logistica,~edilizia, tessile e~agricoltura, dove aumenta il fenomeno degli appalti». Scavazzin ha illustrato quindi le misure proposte dalla Cisl per affrontare le sfide poste dalle transizioni demografica, ambientale e digitale. «Dobbiamo essere motori di questo cambiamento – ha concluso il segretario – e dobbiamo farlo con i nostri valori: coesione sociale, democrazia economica, solidarietà, libero mercato, concertazione e partecipazione. Sono i valori che possono guidare la crescita del nostro territorio fuori da un momento particolarmente delicato per la complessità della situazione politica internazionale e per i grandi cambiamenti che stiamo attraversando. Lo affronteremo nel rispetto delle specificità, della potenzialità e delle qualità delle aree che ci competono, mettendo il lavoro e la persona al centro, come abbiamo sempre fatto, per un sindacato ancora più forte e più unito e per uno sviluppo più partecipativo, più inclusivo e più giusto, che guardi al benessere e alla crescita di tutte le comunità».
Il quadro nel quale il patto sociale proposto dalla Cisl si inserirà «è complesso è sta cambiando con una rapidità inimmaginabile – ha osservato il segretario generale di Cisl Veneto Massimiliano Paglini – Scenari che pensavamo immutabili oggi sono in discussione. Come pensare che si possa concedere, ad uno Stato che aggredisce, sovranità sul territorio di uno Stato che è stato aggredito. Lo scenario è quello di un mondo che si sta ricomponendo, all’interno del quale l’Europa rischia di essere marginale. E in questo quadro la Cisl afferma la propria responsabilità con grande sforzo e grande orgoglio. Il patto che vogliamo in Veneto è finalizzato a rigenerare processi di sviluppo e di crescita che adegui il modello produttivo agli scenari cambiati per difendere lavoro e stato sociale. Ognuno di noi deve fare la propria parte per il ruolo che ricopre. Il manifesto che abbiamo proposto è stato elaborato con il contributo di tutti e adesso dobbiamo andarlo a realizzare. Il primo passo è il Consiglio regionale dell’economia. Oggi più che mai abbiamo bisogno di rigenerare un processo di sviluppo che veda tutte le parti sociali, economiche, accademiche e culturali partecipi della progettazione dello sviluppo. Solo così possiamo provare a cambiare un destino di declino inesorabile. O eleviamo il trend della non partecipazione, non solo al voto, o questo destino è inevitabile. Dobbiamo elevare la partecipazione a tutti i livelli della nostra società. Siamo convinti che questa sia l’unica strada per poter evitare che la deriva astensionista si trasformi in perdita dei diritti fondamentali costruiti da figure storiche della Cisl come Tina Anselmi. Con il neo presidente regionale a cui riconosciamo l’impegno a costruire il CREL, sottolineeremo che deve essere strumento innovativo per riagganciare quel percorso di sviluppo indispensabile per la nostra Regione. Al presidente chiederemo di parlare della legge di bilancio 2026 con la consapevolezza che gli interventi della manovra finanziaria nazionale per il ceto medio non siano vanificati dalla legge di bilancio regionale che dovrà essere affrontata a breve visto l’inevitabile esercizio provvisorio in cui andrà la Regione. Pensiamo alla questione delle case di riposo e a come gestiremo la disabilità e l’invecchiamento~attivo».
Nelle sue conclusioni, il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga ha messo l’accento sul cammino della responsabilità, che si è incrociato con la marcia per la pace. «Per la pace – ha sottolineato – non solo su Gaza. Una marcia e un cammino nei quali abbiamo trasferito visioni e valori, che si ritrovano nella relazione di Daniela Fumarola alla manifestazione di Roma. È stata un’iniziativa molto importante, alla quale il Veneto ha dato un contributo notevole». L’obiettivo, secondo Ganga, è un progetto in grado di tenere insieme crescita economica, coesione sociale ed innovazione. «Perché senza crescita non c’è niente da redistribuire, e senza coesione non ci può essere crescita. La Cisl per sua cultura ha sempre cercato, responsabilmente, di indirizzarsi verso un confronto costruttivo. Indebolire la coesione vuol dire affievolire la fiducia dei cittadini e in questa breccia si infilano antagonisti e populisti. La difesa della coesione è un atto di difesa della democrazia. Il nostro compito è fondamentale come motore di elaborazione di idee, come grande promotore di giustizia ed equità, come volano di diritti e tutele, come soggetto che interpreta la complessità del mondo del lavoro, non sottraendosi mai al confronto e proponendo delle soluzioni. Il lavoro sta cambiando. Mai come oggi ci serve un progetto politico che si contrapponga a una società piena di disuguaglianze e di solitudine. C’è la necessità di mettere in campo una strategia industriale comune, senza la quale a soffrirne saranno i più deboli. Servono regole fiscali condivise. Il debito pubblico deve trovare degli strumenti di mutualizzazione per accompagnare le transizioni, senza i quali le piccole imprese di Padova e di Rovigo non ce la faranno. Nel 1989 eravamo convinti che la caduta del muro avrebbe aperto a una nuova fratellanza tra i popoli. Oggi ci sono altri muri, che vanno oltre il fronte ucraino e il dramma di Gaza. Dell’importanza del patto ce ne stiamo rendendo conto con la Finanziaria. Lo scambio politico serve, quotidiano, sistemico. È l’unico strumento che funziona nel tempo. Serve un nuovo modello contrattuale. Il tema della sicurezza sul lavoro, quello delle politiche attive e del welfare devono essere sempre presenti nella contrattazione», ha concluso Ganga.


