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Automotive. Fim Cisl: Seppur tardiva, un primo passo, finalmente accolta la nostra richiesta di neutralità tecnologica,   ma servono anche investimenti per le politiche industriali

Pubblicato il 17 Dic, 2025

La decisione dell’UE di rivedere lo stop ai motori termici dal 2035 e il sì a motori ibridi e alimentati a biofuel va incontro alla richiesta di neutralità tecnologica, che noi come FIM, insieme alle altre organizzazioni sindacali portiamo avanti da quando l’UE ha proposto le regole su green deal. Introduce inoltre elementi di flessibilità, sulle sanzioni, sulle flotte aziendali, sui veicoli commerciali e sui veicoli pesanti. 

La proposta originaria presentava già dalle prime battute,  grosse carenze sul piano della sostenibilità sociale e della tenuta del sistema dell’automotive nel continente europeo, soprattutto per la mancanza di una strategia complessiva su infrastrutture, incentivazioni e investimenti, determinando una posizione di svantaggio rispetto all’aggressiva concorrenza cinese sostenuta dallo stato.  

Quest’ anno a febbraio abbiamo organizzato una grande manifestazione a Bruxelles con i sindacati metalmeccanici di tutt’Europa per chiedere all’UE di sostenere con forti investimenti l’intera industria europea e la necessità di rivedere il green deal sulle auto che prevedeva lo stop delle motorizzazioni endotermiche entro il 2035 e multe pesanti per i produttori europei.  

La proposta di ieri, che prevede per il settore automotive la possibilità di avere motorizzazioni ibride e termiche di auto e furgoni è un primo passo che va nella giusta direzione di rivedere il rigido regolamento sulle emissioni consentendo alle case automobilistiche di ridurre dal 2035 le emissioni CO2 allo scarico del 90% rispetto al 2021, non più del 100% come oggi previsto, introducendo il concetto di neutralità tecnologica.  

La proposta combina questa flessibilità con un meccanismo di compensazione, ma necessità di ulteriori modifiche. Le emissioni saranno compensate sia se i produttori utilizzano acciaio a basse emissioni di carbonio, sia tramite l’utilizzo di carburanti elettrici e biocarburanti su strada.  

Una proposta quest’ultima molto utile anche per il settore dell’acciaio europeo.  

In ultimo è sicuramente positiva anche la decisione di incentivare la produzione europea di mini-car elettriche accessibili.  

La proposta che ora dovrà essere sottoposta al Parlamento e Consiglio europeo, consentirà’ ai produttori di automobili e furgoni di raggiungere gli obiettivi nell’arco di cinque anni ed evitare di ricevere multe nel primo anno se non li raggiungono. 

Rimane sempre aperta la necessità di politiche industriali a livello europeo e nazionale, con fondi specifici, per sostenere il settore per recuperare il ritardo tecnologico accumulato negli ultimi anni.