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Veneto. Paglini (Cisl): “Plauso per la legge regionale per i caregiver, annunciata dal presidente Stefani”

Pubblicato il 19 Dic, 2025

L’annuncio, fatto ieri in Consiglio, dal neoletto presidente della Regione del Veneto Alberto Stefani di voler approvare entro un semestre una legge regionale per i caregiver familiari, trova naturalmente pieno favore e plauso in Cisl Veneto. Una legge sollecitata da tempo dal sindacato e poi riproposta con forza tra le priorità ai candidati alle recenti elezioni: la sua richiesta poggiava anche su un’importante ricerca svolta da Cisl Veneto e FNP Veneto (il sindacato dei pensionati cislini), realizzata dalla Fondazione Corazzin e presentata la scorsa primavera.  «È una legge senz’altro indispensabile per passare da un sistema sostenuto da famiglie e in larga parte dal volontariato, a un sistema strutturato e organico di interventi, compreso nella cornice di una politica globale e strategica, di visione e di azione – evidenzia Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto –. La sua approvazione, promessa dal presidente tra i primi provvedimenti del suo mandato, finalmente collocherà il Veneto accanto alle altre tredici Regioni che, ben oltre l’assicurare un supporto economico, hanno scelto di valorizzare la loro funzione sociale con una legge ad hoc, garantendone riconoscimento dello status, tutele e servizi essenziali». «Questo consentirà a chi si prende cura di un familiare o di un conoscente fragile di avere un carico sostenibile in termini di tempo e di risorse necessarie, e quindi maggiore serenità e supporto in un panorama di servizi integrati. Tutto ciò potrà avere un impatto positivo diretto sulla qualità della vita delle famiglie e sui diritti dei lavoratori, in particolare le donne più esposte al ruolo di caregiver e troppo spesso costrette a scegliere tra le opportunità di lavoro e il carico familiare. Dall’altra parte potrà consentire alle persone fragili assistite di continuare ad essere parte delle comunità di appartenenza e di non diventare cittadini di seri B, o peggio fantasmi senza prospettive. Per questo attendiamo il coinvolgimento attivo e pieno delle parti sociali nei processi di elaborazione della legge stessa e poi una governance condivisa e partecipata nella sua attuazione». Quello svolto dal caregiver è un ruolo fondamentale e insostituibile di cura volontaria e gratuita di un familiare fragile, e oggi in Veneto è in capo a quasi 4 adulti su 10, di cui oltre il 60% donne. Sono circa 300mila le famiglie con anziani veneti non autosufficienti assistiti a domicilio, alle quali si aggiungono numerose altre che ogni giorno si confrontano con le problematiche e la complessità di gestione connesse alla disabilità di un familiare. L’evoluzione dell’impatto è facilmente immaginabile e misurabile se si pensa al crescente invecchiamento della popolazione: la nostra regione conta già oggi una percentuale di over 80 anni pari al 7,9% della popolazione, e nel 2042 vedrà il 10,1% dei cittadini e delle cittadine cosiddetti “grandi anziani” (fascia in cui avviene più frequentemente la perdita di autonomia). 
«La proposta lanciata dal presidente Stefani – conclude Paglini – è di grande valore perché il tema è trasversale e riguarderà sempre più pervasivamente le nostre comunità. Per questo lo riteniamo un primo importante passo che dovrà rafforzare le tutele che si stanno cominciando a consolidare anche attraverso la contrattazione e la bilateralità».
 La ricerca di Cisl Veneto e FNP Veneto, in sintesi
Alcuni dati, in estrema sintesi, della ricerca “Caregiver in Veneto: avere cura di chi ha cura”, promossa da Fnp Veneto e Cisl Veneto e realizzata da Fondazione Corazzin, il centro studi cislino e presentata la scorsa primavera. Un pensionato su due (49,8%) si dichiara caregiver, mentre lo fa più di un lavoratore su 3 (37,4%), e sono perlopiù donne: 6 su 10 si occupano di un genitore, uno su 10 si prende cura di due persone contemporaneamente. L’82% si sente abbandonato dalle istituzioni, dalle quali ritiene di ricevere poco o nessun sostegno. E anche se il 70% afferma di aver bisogno di aiuto per svolgere l’attività di caregiver, generalmente fa tutto da solo: il 67% non ha altre forme di supporto come assistenti familiari (badanti) o assistenza domiciliare integrata (ADI). Tra i lavoratori, solo il 10% può contare sul welfare aziendale o su altre prerogative contrattuali, e il 34,8% afferma che prendersi cura di un familiare non autosufficiente impatta significativamente sulla vita professionale. A monte, il 55,4% ha dovuto lasciare il lavoro o lo studio per fare il caregiver. E ancora: il 52,8% di loro ritiene pesante o molto pesante il proprio ruolo, con il rischio di ammalarsi a sua volta: il 45,8% dichiara peggioramenti nella propria salute fisica, e il 57% nella propria salute mentale.