«Dopo 24 anni di ammortizzatori sociali e l’impiego di diversi milioni di euro di risorse pubbliche, non è accettabile una dichiarazione che prevede la chiusura di due stabilimenti: Graviscella (Altamura) e Jesce 2 (Santeremo), con l’uscita traumatica di 479 dipendenti. Le lavoratrici e i lavoratori sono ormai esausti dopo decenni di profonde incertezze. L’azienda e le istituzioni devono garantire un percorso serio e concreto di vero rilancio industriale. In assenza di risposte adeguate, siamo pronti alla mobilitazione». È quanto dichiarano, in una nota congiunta, i rappresentanti nazionali di Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs, a seguito dell’incontro svoltosi ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza del Gruppo Natuzzi.
«Il piano industriale presentato dall’azienda – spiegano i sindacati – non è convincente né sul fronte degli investimenti, che risultano insufficienti, né soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia occupazionale nel comparto corporate e la prevista chiusura di due stabilimenti in Puglia su cinque. Inoltre, rispetto al piano precedentemente presentato, nella versione illustrata ieri è completamente scomparsa l’ipotesi di internalizzazione delle attività produttive attualmente svolte in Romania».
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la necessità di garanzie concrete, chiedendo una profonda revisione del piano industriale, l’impegno a non assumere atti unilaterali fino alla definizione condivisa di un percorso, un piano di incentivi all’esodo volontario per il personale prossimo alla pensione e l’istituzione di una cabina di regia permanente presso il MIMIT.Al termine dell’incontro, in accoglimento delle richieste avanzate durante il confronto dalle organizzazioni sindacali, la Regione Puglia ha proposto la riattivazione del tavolo regionale, ed Il MIMIT ha calendarizzato un nuovo incontro di monitoraggio il 25 febbraio, successivamente al tavolo convocato dalle Regioni per il 9 gennaio 2026.
Natuzzi. Incontro al MIMIT, sindacati: “Dopo 24 anni di ammortizzatori è inaccettabile la dichiarazione di esuberi per 479 lavoratrici e lavoratori. Azienda e istituzioni garantiscano un percorso serio di stabilità e rilancio industriale”
Pubblicato il 23 Dic, 2025


