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“La disconnessione è un diritto, bisogna ripensare ai contratti”. Intervista ad Annamaria Furlan, ‘La Stampa’ del 27 Luglio 2020

Pubblicato il 27 Lug, 2020

“Penso che lo smart working sia un’opportunita’ formidabile per coniugare produttivita’ e benessere del lavoratore, buona flessibilita’ e sostenibilita’ ambientale e sociale, inclusione e conciliazione vita-lavoro”, tuttavia per fare questo “occorre restituire la materia alla contrattazione.  Ogni innovazione contrattuale resta inutile di fronte alle deroghe introdotte in questi mesi, che permettono alle aziende di operare in modo unilaterale”. Quindi “il primo passo e’ superare questo limite restituendo centralita’ agli accordi individuali e collettivi”. Ma per raggiungere lo scopo occorre “un protocollo d’intesa che individui nelle relazioni industriali il luogo dove costruire solidi affidamenti su autonomia e responsabilita’ del lavoratore, tutela del salario e dell’orario, formazione continua, diritti fondamentali alla privacy e alla disconnessione, salute e sicurezza. Questa forma non contrattuale di ‘home working coatto’ obbliga il lavoratore a stare a casa per la pandemia. Si tratta di impostare limiti sulle fasce orarie, ma anche di valorizzare l’autonomia della persona di operare dove e come meglio crede”. 

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