Sosteneva che bisognava puntare sulla contrattazione e su una maggiore autonomia e responsabilità delle parti sociali nelle scelte di politica economica per evitare “che altri decidano per i lavoratori”. Questo era il suo modello “riformista” che trovò un efficace applicazione nel decennio successivo nei grandi accordi di concertazione tra governo e sindacati sulla politica dei redditi del 1992-93 che ci salvarono dalla bancarotta, tenndoci agganciati all’Europa monetaria.