Roma, 5 giugno- “La Cisl condivide e rilancia l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio, relativo al fatto che i cambiamenti climatici ed i disastri naturali saranno la prima causa di migrazione forzata entro i prossimi anni”. Così il Segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini, commenta l’allarme lanciato oggi da Save the Children, in occasione della giornata dell’ambiente sui cambiamenti climatici ed i disastri naturali che saranno la prima causa di migrazione forzata entro i prossimi anni.
“Pensiamo che le stime fatte dalla ONG umanitaria siano reali – afferma Colombini – per cui, se entro il 2050 circa 143 milioni di persone saranno costrette a spostarsi per ragioni legate al clima, in particolare nell’area dell’Africa Sub-sahariana, dobbiamo porre sempre più il tema dei cambiamenti climatici al centro dell’agenda di lavoro di parti sociali, politica, mondo dell’ associazionismo, istituzioni”.
“La Cisl sta seguendo da anni i temi dello Sviluppo sostenibile ed in questi ultimi tempi sta approfondendo il proprio impegno per sensibilizzare e formare i propri delegati. Vedo non solo una crescita dell’attenzione da parte di tutte le nostre strutture orizzontali e verticali – continua Colombini – ma anche la volontà di dare attuazione, con la contrattazione ed altre iniziative, agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU”. “Stiamo quindi lavorando insieme anche alle altre Confederazioni per definire delle linee strategiche da condividere con tutti i nostri quadri sullo Sviluppo sostenibile ed abbiamo lanciato, in sintonia con il sindacato mondiale, un’iniziativa per il prossimo 26 giugno al fine di avviare contrattazioni sul clima nelle imprese e nei territori. Siamo convinti altresì che i cambiamenti climatici siano la vera urgenza tra le altre. Nei prossimi giorni è già stato convocato un incontro interno alla Cisl per approfondire Pniec (Piano nazionale Energia e Clima) che il Governo ha inviato alla UE, ma che noi consideriamo ancora troppo debole.“Risolvere la questione climatica vuol dire di fatto diminuire anche la pressione migratoria, perché i problemi sociali hanno alla loro base questioni di carattere economico vanno affrontati. Ed è da qui che occorre partire se vogliamo fare un lavoro serio e duraturo.”– conclude Colombini.
“Pensiamo che le stime fatte dalla ONG umanitaria siano reali – afferma Colombini – per cui, se entro il 2050 circa 143 milioni di persone saranno costrette a spostarsi per ragioni legate al clima, in particolare nell’area dell’Africa Sub-sahariana, dobbiamo porre sempre più il tema dei cambiamenti climatici al centro dell’agenda di lavoro di parti sociali, politica, mondo dell’ associazionismo, istituzioni”.
“La Cisl sta seguendo da anni i temi dello Sviluppo sostenibile ed in questi ultimi tempi sta approfondendo il proprio impegno per sensibilizzare e formare i propri delegati. Vedo non solo una crescita dell’attenzione da parte di tutte le nostre strutture orizzontali e verticali – continua Colombini – ma anche la volontà di dare attuazione, con la contrattazione ed altre iniziative, agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU”. “Stiamo quindi lavorando insieme anche alle altre Confederazioni per definire delle linee strategiche da condividere con tutti i nostri quadri sullo Sviluppo sostenibile ed abbiamo lanciato, in sintonia con il sindacato mondiale, un’iniziativa per il prossimo 26 giugno al fine di avviare contrattazioni sul clima nelle imprese e nei territori. Siamo convinti altresì che i cambiamenti climatici siano la vera urgenza tra le altre. Nei prossimi giorni è già stato convocato un incontro interno alla Cisl per approfondire Pniec (Piano nazionale Energia e Clima) che il Governo ha inviato alla UE, ma che noi consideriamo ancora troppo debole.“Risolvere la questione climatica vuol dire di fatto diminuire anche la pressione migratoria, perché i problemi sociali hanno alla loro base questioni di carattere economico vanno affrontati. Ed è da qui che occorre partire se vogliamo fare un lavoro serio e duraturo.”– conclude Colombini.