Roma, 21 aprile 2017. 25 aprile Festa della Liberazione, ma non per tutti. Neanche per gli oltre 3 milioni e mezzo di lavoratori dei settori privati del commercio al dettaglio e della grande distribuzione organizzata, coinvolti dalla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, il più delle volte in assenza di una contrattazione decentrata che stabilisca limiti e corrispettivo economico della prestazione domenicale e festiva. E’ questo lo spirito della mobilitazione decisa nelle scorse settimane dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che proseguirà nei prossimi giorni contro le aperture nelle giornate di festività. Il Toscana le sigle Cgil Cisl Uil hanno proclamato due giornate di sciopero per il 25 aprile e il 1° maggio; in occasione della Festa del Lavoro sarà sciopero anche in Liguria; in Umbria la mobilitazione proseguirà anche il 2 giugno, mentre in Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Lazio e Campania i sindacati confermano lo stato di agitazione contro «l’applicazione scellerata delle liberalizzazioni selvagge» ed hanno invitato i lavoratori ad astenersi dal lavoro nelle giornate di festa «senza incorrere in nessuna sanzione». In Puglia la Fisascat Cisl ha sollecitato un incontro con il presidente della Regione Michele Emiliano, le istituzioni locali e le rappresentanze sindacali e imprenditoriali, finalizzato a «ricercare una soluzione condivisa volta alla conciliazione dei tempi di vita familiare e di lavoro». La Fisascat Cisl ribadisce la necessità di ricondurre il confronto sulle aperture commerciali a livello decentrato. Per il segretario generale della categoria cislina Pierangelo Raineri «è inconcepibile un sistema privo di risposo festivo». Il sindacalista ha posto l’accento sul ruolo della concertazione tra enti locali e sindacati «alla quale affidare la competenza sul calendario di aperture commerciali» e della contrattazione decentrata «per regolamentare una flessibilità contrattata e retribuita e la volontarietà della prestazione domenicale e festiva».