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Partecipazione. Sbarra: “E’ la vera riforma di cui il paese ha bisogno per alzare salari e produttività, conciliare capitale e lavoro”

Pubblicato il 14 Set, 2023

“Grazie a Italia Viva per l’invito e il sostegno alla sfida che abbiamo lanciato sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali. E’ la vera riforma di cui il paese ha bisogno per alzare salari e produttività, conciliare capitale e lavoro”. Così il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra al Castello di Santa Severa intervenuto al dibattito “Una Repubblica fondata sul lavoro” svoltosi nell’ambito della Festa nazionale di Italia Viva. Si è poi espresso sul tema delle morti sul lavoro anche alla luce degli ultimi episodi di questi giorni, sottolineando che “non c’è che una risposta se vogliamo onorare i morti sul lavoro: batterci insieme senza egoismi e demagogia con uno sforzo comune per costruire una vera strategia di contrasto agli incidenti mortali e infortuni sul lavoro. Dobbiamo fare tutti di più” ha aggiunto tornando sulle parole del presidente Mattarella al quale proprio ieri i tre Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una lettera sul tema.
Ha poi aggiuntoQuello del Presidente Mattarella “credo non siano solo un monito ma una sferzata pesante che getta una luce enorme sulle ferite di un Paese che continua ad essere sfregiato nei valori della partecipazione e della coesione. Abbiamo una legislazione molto avanzata anche se aspettiamo ancora tanti decreti attuativi – ha ricordato – dobbiamo fare di più, a partire da noi come sindacato”.” Di fronte alle morti sul lavoro “non è più tempo di solidarietà, dobbiamo passare alle azioni concrete. Più vigilanza, più verifiche nei luoghi di lavoro. Ci sono 800 nuovi ispettori in formazione, dico alla ministra accelerate per mandarli sul territorio. Ma dico assumetene di piu’. Non e’ tollerabile per una persona uscire da casa al mattino per andare a lavoro e non farvi più ritorno. Io lo considero un fatto indegno per un paese civile. Ecco perché non bastano più le parole, ma azioni concrete. Ripeto più controlli perché ci sono aziende che non rispettano le norme”. Infine sul jobs act: “Nel considerare quella riforma un elemento da sfasciare, da distruggere io ci andrei molto, molto cauto. Perché rischiamo di riportare le lancette dell’orologio indietro quando noi invece dobbiamo migliorare ed innovare la legislazione sul mercato del lavoro”. – ha concluso.

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