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Rifiuti. Colombini: L’intesa Ministero Ambiente e Mise con Invitalia rappresenti l’avvio sistema operativo per l’economia circolare”

Pubblicato il 29 Dic, 2020

29 dicembre 2020 – “Speriamo che la firma dell’intesa tra il ministero ambiente, quello dello sviluppo economico ed Invitalia, oggi comunicata dal ministro Costa, rappresenti l’avvio di un vero e proprio sistema operativo per l’economia circolare”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini, commentando la convenzione tra ministero dell’Ambiente, ministero dello Sviluppo economico ed Invitalia per accelerare tutta la strutturazione dei nuovi Criteri ambientali minimi (Cam) e gli ‘End of waste'” (i decreti per la definizione e la qualifica dei rifiuti nel percorso successivo al cassonetto, quello del recupero e del riciclo delle materie prime, ndr). “Come CISL- sottolinea Colombini- riteniamo che essa possa rappresentare un tassello fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici in favore di una reale sostenibilità nei processi produttivi. Più volte abbiamo evidenziato che per l’economia circolare c’è bisogno di un approccio sistemico, che parta dalla (ri)progettazione dei prodotti e dei processi per arrivare all’utilizzo dei “rifiuti” come materia prima seconda. Non va inoltre dimenticato che l’Italia è un paese povero di materie prime ed il recupero e riutilizzo di scarti e sottoprodotti la renderebbe più autonoma ed autosufficiente, questione non banale anche alla luce dell’attuale pandemia. Anche se abbiamo positive esperienze nel campo del riciclo c’è ancora moltissimo da fare proprio in ottica sistemica, valga per tutto il problema del cosiddetto “turismo dei rifiuti”, rappresentativo anche di un forte gap impiantistico che non solo va superato ma che sarebbe anche prezioso strumento di creazione di lavoro. A marzo scorso la Commissione europea ha lanciato la nuova strategia per l’economia circolare, l’Italia è ferma ad una “bozza” di alcuni anni fa”. “Occorre colmare anche questa lacuna che va superata insieme ad un programma di qualificazione della forza lavoro che deve essere pienamente partecipe anche in questo processo di transizione”- conclude Colombini .

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