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Salario minimo. Sbarra: “La direttiva UE va nella direzione giusta ma sbagliato definire per legge una cifra. Alcuni istituti solo il contratto riesce a garantire”

Pubblicato il 7 Giu, 2022

“La direttiva dell’Unione Europea va nella direzione giusta, si rivolge a Paesi che hanno un tasso di copertura contrattuale inferiore all’80% e in quelle situazioni si chiede ai Governi di legiferare definendo soglie minime di retribuzione. L’Italia ha una situazione invece molto diversa, perché in Italia la copertura contrattuale è oltre il 90% e la direttiva indica in queste situazioni che bisogna rafforzare ed estendere la contrattazione”. Così il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra a margine della sua partecipazione alla conferenza programmatica organizzata a Napoli da ‘Noi con l’Italia’, commentando la direttiva Ue approvata questa notte sul salario minimo. “Noi siamo fiduciosi – ha aggiunto Sbarra – nel senso che aspettiamo che la direttiva venga approvata in via definitiva. Ci sono ancora passaggi procedurali da realizzare in sede europea, però pensiamo che il tema del salario minimo in Italia vada collegato ai contratti maggiormente applicati nei settori di riferimento. Pensiamo sia sbagliato definire per legge una cifra, perché come sappiamo la retribuzione complessiva del lavoratore non è fatta solo di compenso orario minimo, ma si aggiungono altri istituti contrattuali: tredicesima, quattordicesima in alcuni casi, trattamento di fine rapporto, maggiorazioni, previdenza complementare, sanità integrativa. Istituti che solo il contratto riesce a garantire, non la legge”.

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